Cronaca
30 Settembre 2017
Il Tar della Sicilia dà torto al figlio sulla decadenza dall'incarico di medico di base e la procura chiude l'indagine a suo carico per aver omesso un intervento disciplinare

Medici. Doppia tegola su Di Lascio

di Daniele Oppo | 3 min

Leggi anche

Ferrara violenta. Casolari e Roma rispondono durante l’interrogatorio

Interrogatorio di garanzia ieri mattina (giovedì 16 maggio) per il 57enne Alessandro Casolari e il 50enne Roberto Roma, i due arrestati e portati in carcere nei giorni scorsi dai carabinieri. Entrambi con l'accusa di rapina aggravata in concorso e sequestro di persona, mentre l'ex ultras dovrà anche rispondere di cessione di ordigni esplosivi senza licenza

Soffocò il figlioletto di un anno. Ventidue anni per la mamma

Arriva una condanna per Amanda Guidi, la 31enne ferrarese accusata di omicidio volontario aggravato per aver soffocato e ucciso, nella nottata del 17 giugno 2021, all'interno della loro casa di via degli Ostaggi, il figlioletto di appena un anno che stava dormendo nel letto insieme a lei

Caporalato. “Senza contratto ci rifiutammo di lavorare”

"Ci eravamo rifiutati di lavorare perchè mancava il contratto". A parlare ieri (mercoledì 15 maggio) in aula, sentito come testimone, è stato un 29enne di nazionalità senegalese, tra gli operai impegnati a svolgere le operazioni di bonifica del focolaio di aviaria che scoppiò il 5 ottobre 2017 nello stabilimento Eurovo di Codigoro, dove gli inquirenti, coordinati dal pm Andrea Maggioni, avrebbero scoperto un vasto sfruttamento di manodopera di lavoratori stranieri

Droga, armi e soldi. In carcere l’ex ultras e il suo sodale

Sono il 57enne Alessandro Casolari, storico nome del Gruppo d'Azione e del movimento ultras di fede spallina, e il 50enne Roberto Roma, già noto alle forze dell'ordine, i due uomini finiti in manette e portati nel carcere di via Arginone dai carabinieri nella mattinata di lunedì 13 maggio, a seguito di un'inchiesta coordinata dal pm Ciro Alberto Savino della Procura di Ferrara

Doppia tegola per Bruno Di Lascio, presidente dell’Ordine dei medici di Ferrara e in corsa proprio i questi giorni per un nuovo mandato. Da una parte la notizia che la procura ha chiuso le indagini a suo carico con l’accusa di aver omesso un intervento disciplinare nei confronti del figlio Federico, dall’altra la sentenza del Tar della Sicilia che dà torto proprio a Di Lascio junior sulla decadenza dalla graduatoria in base alla quale gli venne conferito l’incarico di medico di base a Voghiera (pero e poi riottenuto grazie a una sospensiva) dopo che la Regione Sicilia aveva annullato il suo diploma di formazione specialistica.

Vicende che corrono in parallelo sui binari della giustizia ordinaria e di quella amministrativa. A fine 2015 Federico Di Lascio venne fatto decadere dalla graduatoria dei medici di base con un provvedimento della Regione Emilia Romagna. Il motivo era che la Regione Sicilia – dove Di Lascio aveva frequentato il corso di formazione obbligatorio per entrare nel Servizio sanitario nazionale – aveva annullato il suo diploma perché mentre frequentava il corso aveva svolto parallelamente anche l’attività libero-professionale di medico di guardia alla casa di cura Salus di Ferrara. Attività che la legge esplicitamente esclude per i frequentanti il corso di formazione in via ordinaria e a tempo pieno e che Di Lascio non aveva dichiarato nella sua autocertificazione.

Qui si inserisce la presunta responsabilità del padre Bruno Di Lascio in qualità di presidente dell’ordine dei medici e, dunque, di pubblico ufficiale: secondo le contestazioni della procura avrebbe dovuto intervenire in via disciplinare nei confronti del figlio. La difesa ha già comunque provveduto a far pervenire alla pm titolare del caso, Isabella Cavallari, le controdeduzioni difensive.

Nel corso del 2016 Di Lascio junior fece ricorso per via amministrativa davanti all Tar siciliano, e dopo una pronuncia sfavorevole, riottenne il posto ma solo per via di una sospensiva decisa dal tribunale. Dopo l’ultima udienza dello scorso aprile, il 29 settembre il Tar ha pubblicato la sentenza definitiva sul ricorso, dandogli torto.

«Dalla documentazione versata in atti – scrivono i giudici – risulta che durante lo svolgimento del corso triennale di formazione in medicina generale, cui il Dr. Di Lascio era stato ammesso in via ordinaria beneficiando della relativa borsa di studi, il medesimo ha svolto attività di guardia medica presso una struttura privata di Ferrara “Casa di Cura Salus”. Ritiene il Collegio che, diversamente da quanto opinato dal ricorrente, il quadro normativo e regolamentare sopra descritto postuli che la partecipazione a tempo pieno ed in via “ordinaria” al corso triennale di formazione in medicina generale sia connotata da un obbligo di esclusività con conseguente incompatibilità con ogni altra attività professionale retribuita (sia che quest’ultima sia svolta a titolo di lavoro subordinato ovvero a titolo di libera professione)».

Secondo i giudici dunque la Regione Sicilia ha agito correttamente nel revocare il diploma di formazione, così come la Regione Emilia Romagna al momento di decretarne al decadenza dalla graduatoria dei medici di base essendo il possesso del diploma un requisito necessario per esercitare all’interno del Ssn.

L’unico aspetto sui cui il Tar non si pronuncia è il provvedimento vero e proprio di revoca dell’incarico di medico del Ssn adottato dall’Ausl di Ferrara: essendo un rapporto di lavoro non ascrivibile a quello del pubblico impiego, la questione va risolta davanti al giudice ordinario.

La situazione rende attuali i problemi sollevato da Aldo Ferrante – presidente del Comitato vittime della pubblica amministrazione – in una lettera inviata al dg dell’Ausl Claudio Vagnini nel mese di agosto. In particolare Ferrante prende in esame il caso – oggi verificatosi – in cui venisse dato torto a Federico Di Lascio e interroga l’Ausl affinché chiarisca il valore delle prescrizioni mediche rilasciate dal medico decaduto e il suo costo per la collettività. Ferrante evidenzia, inoltre, che l’Ausl nel corso del 2017 ha conferito allo stesso medico l’incarico di guardia medica turistica pur essendo parte resistente in una causa relativa alla possibilità per Di Lascio di esercitare all’interno del Ssn.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com