Cento
29 Settembre 2017
Se ne parlerà nel convegno che si terrà sabato 30 settembre in Sala Zarri

Perdere il lavoro dopo i 40 anni

di Redazione | 2 min

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Cento. La disoccupazione in età matura ha risvolti gravi dal punto di vista umano e sociale: colpisce una generazione “cerniera” tra i giovani e gli anziani, che viene a trovarsi nell’impossibilità di aiutare i figli e di sostenere i genitori.

Di disoccupazione in età matura tratta ‘Perdere il lavoro dopo i 40 anni. Come cambia l’identità di chi perde il lavoro? La speranza di trovare nuove opportunità’, il convegno che si terrà sabato 30 settembre, dalle 9 alle 13, in Sala Zarri di Palazzo del Governatore. Un incontro organizzato dal Comune di Cento, in collaborazione con l’Associazione Over40, per affrontare appunto il tema della perdita del lavoro in età adulta.

Dopo i saluti del vicesindaco Simone Maccaferri e la testimonianza video ‘Chi è il lavoratore maturo disoccupato?’,  i lavori, coordinati dal giornalista Valerio Franzoni,  inizieranno con gli interventi di Giuseppe Zaffarano, presidente dell’Associazione Lavoro Over 40, ‘La dimensione del problema in Italia e la discriminazione diretta’ e di Anna Ruggeri, presidente della Società Ferrarese di Psicologia, ‘Le implicazioni psicosociali della disoccupazione in età matura’. Seguiranno le trattazioni ‘Le funzioni istituzionali dei servizi al lavoro sul territorio’ di Barbara Celati, dirigente dell’Agenzia regionale per il lavoro – Responsabile Ambito Ferrara – Reggio Emilia, ‘L’attività di outplacement svolta dalle società private autorizzate ai sensi della Legge Biagi’ di Maurizio Mirri, direttore Italia Politiche Attive del Lavoro e Reindustrializzazione. Gi Group, e ‘Risposte e prospettive dal territorio’ di Morena Diazzi, direttore Economia conoscenza lavoro e impresa. Regione Emilia Romagna.

«La motivazione che anima questo convegno – spiega Alessandro Ciucci, referente per Cento associazione Over 40 Lavoro – è che la Provincia di Ferrara ha una disoccupazione  in età matura più alta della media nazionale. Il problema è quindi molto grave. Anche perché le grandi aziende stanno scomparendo, lasciando peraltro sguarnito l’indotto, con il conseguente aumento della disoccupazione. Vogliamo portare all’attenzione delle istituzioni e del mondo del lavoro in generale la condizione critica di questi lavoratori, per i quali non sempre ci sono strumenti di aiuto e supporto come accade con i giovani. Se è sacrosanto che ai giovani dobbiamo assicurare il futuro, dobbiamo anche dare opportunità alla generazione degli over 40, che ne sono i genitori e che rappresentano il presente. Un futuro si costruisce solo se il presente è radicato e non debole come accade invece ora».

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