Economia e Lavoro
26 Agosto 2017
Protesta dei dipendenti delle strutture Rsa Santa Chiara, Csrr e Cra Malacarne sotto la statua del Savonarola

Presidio lavoratori: “Disapplicare il contratto Anaste o revocare l’accreditamento”

di Redazione | 2 min

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di Simone Pesci

“Siamo tornati al 1800, quando i datori di lavoro potevano fare quello che volevano con i lavoratori”. Con queste parole Luca Greco, sindacalista di Fp Cgil Ferrara, ha commentato il presidio dei dipendenti delle strutture Rsa Santa Chiara, Csrr e Cra Malacarne, tenutosi sotto la statua del Savonarola venerdì pomeriggio.

L’evento che è la causa scatenante della protesta ha una data ben precisa, quella del 12 aprile 2017: “Quel giorno quattro sindacati – Civ, Snalv, Confsal e Confelp – hanno firmato un nuovo contratto collettivo sottoscritto da Anaste”, commenta Greco. Fin qui nulla di strano, il problema nasce quando si va a verificare e si scopre che “una sigla sindacale non ha una sede, due non hanno iscritti e una, in provincia di Ferrara, ne ha solamente 4”. In questo contesto firmare un contratto collettivo “non è assolutamente possibile” afferma Greco, elencando gli elementi di maggiore svantaggio per i lavoratori: “Maggiorazione del 10% delle ore settimanali che passano da 38 a 40; obbligo di programmazione mensile per i permessi della legge 104; riduzione da 150 a 50 ore dei permessi di diritto allo studio; un dimezzamento delle ore di Rol, con una perdita di circa 16 euro mensili per dipendente”.

Un elemento chiamato in causa è anche il fatto che prima assentarsi un anno su tre per malattia garantiva il mantenimento del posto di lavoro: “Ora il tetto massimo è 120 giorni su 3 anni. E’ giusto, per dei lavoratori che lavorano a contatto con dei malati e quindi più propensi alle malattie?” sbotta Greco, al quale non va giù nemmeno il fatto del calo della retribuzione nei giorni di malattia: “Una dipendente ha avuto un aumento dello stipendio di 43 euro, ma in busta paga se ne è trovati 115 in meno”.

La Fp Cgil, in questo senso, si è mossa chiedendo l’intervento al Comune di Ferrara, che eroga dei fondi pubblici a queste strutture, come prevede una legge regionale per quei luoghi che presentano determinate caratteristiche: “Abbiamo chiesto la revoca di accreditamento”, ha rivelato Greco.

“La nostra battaglia – ribadisce il sindacalista – non termina certo qui. Finché non saranno revocati i fondi di accreditamento o finché non ci sarà la non applicazione del contratto non ci smuoveremo dalle nostre posizioni”.

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