Spettacoli
18 Agosto 2017
La trentesima edizione del festival più grande al mondo è partito dalla città dei Gonzaga

I Buskers aprono ‘on tour’ la prima serata a Mantova

di Redazione | 3 min

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Sono passati trent’anni da quando Stefano Bottoni ha messo la firma che avrebbe reso inconfondibile il festival che ogni anno vede arrivare a Ferrara la musica da ogni parte del mondo. E anche l’edizione 2017 ha deciso di portare la magia dell’atmosfera ferrarese ‘on tour’.

Un viaggio ‘on the road’ ha portato per la prima data diciassette dei venti musicisti invitati, dall’hotel Astra di Ferrara alle strade di Mantova, che con la città estense, si sa, ha un legame ‘di sangue’. I No Funny Stuff, Gunshot, Streetlovers, Africa Djembe Kaloba, Qadasi & Maqhinga, Frog & Harry, Kalidad, Windspiel, Zap, The Red Boot Band, Maylin and the Mad Machine, Claudio Niniano, Ronja, Jake Green, la Familia Flotante, l’Underscore Orkestra e l’Adoc Quartet hanno ricevuto il benvenuto ufficiale davanti alla Rotonda di San Lorenzo, in piazza delle Erbe, dove hanno ricevuto i cartelli che li accompagneranno in ogni loro esibizione da parte dell’assessore al welfare e alle politiche giovanili del comune di Mantova Andrea Caprini, che dodici anni fa fu Busker prima di loro.

“Eravamo venuti a Ferrara come accreditati – racconta – con la compagnia del Teatro Magro di Mantova. Leggevamo pagine di romanzi e pezzi celebri della letteratura ascoltabili attraverso una cornetta del telefono: uno sketch divertente e leggero nello spirito della strada. L’idea di portare il festival in tour penso sia intelligente e interessante anche per la connessione e il legame che abbiamo con Ferrara”.

Mantova si è infatti vestita a festa per una sera, colorandosi di blues e folk, passando per il country e per la classica, fra un pubblico mantovano ancora forse ‘da educare’ all’atmosfera street: “solitamente a Mantova non c’è mai così tanta gente per le strade, ancor meno la settimana di Ferragosto”, dichiara una coppia del posto piuttosto incredula. “Siamo venuti da Verona solo per vedere i Buskers” afferma invece un gruppo di amici, che il festival lo segue ormai da vent’anni ad ogni suo appuntamento.

Alcuni artisti sono “Buskers per la prima volta”, come i Familia Flotante, gruppo swing di Fuerteventura o il burkinabè Seydou Kienou degli Africa Djembè kalomba, che da bambino sordomuto ha trovato l’affetto di una famiglia tedesca, rimasta ammaliata da lui dopo averlo sentito suonare le percussioni, aiutandolo ad operarsi e a sfondare poi nella sua vita come artista di strada.

“Ognuno di questi artisti si porta dietro la storia di tante altre persone – afferma Stefano Bottoni – e dopo trent’anni devo dire che la felicità non è cambiata. La felicità – prosegue, citando la celebre canzone di Lucio Battisti – che ho perso ieri, oggi la ritrovo qua: dove le persone arrivano nelle nostre strade per ascoltare i Buskers, e stare in festa”.

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