Terre del Reno
9 Giugno 2017
Il sospetto della lista di Gaia Fabrizia Righi: "Luogo di culto non autorizzato a San Carlo, arrivano persone anche da fuori"

Casa abitata di giorno, moschea abusiva di notte

di Redazione | 2 min

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San Carlo. Casa abitata di giorno, moschea abusiva di notte. E’ il doppio volto di un casolare tra San Carlo e Sant’Agostino, in via Martiri della Libertà, che  da più di un anno e mezzo sarebbe utilizzato come luogo di culto non autorizzato.

Il sospetto è maturato nei residenti della zona quando hanno notato dei movimenti strani nel giardino che dalle 21 di sera tende ad ospitare diversi fedeli musulmani. Soprattutto nell’ultimo periodo, nel pieno del mese del Ramadan, l’abitazione e il parco adiacente vengono utilizzati come zona di ritrovo e preghiera.

La situazione è stata segnalata dalla lista “Cambiamo davvero” che sostiene la candidatura a sindaco di Gaia Fabrizia Righi. “Siamo arrivati a contare dalle 60 alle 100 persone – dichiara Denis Cremonini -, un nutrito gruppo composto da residenti islamici di Terre del Reno, richiedenti asilo ospiti a Sant’Agostino e gente che viene da fuori”.

Questo “presunto luogo di culto islamico” sarebbe gestito dal residente dell’abitazione, ovvero  l’ex presidente dell’associazione culturale islamica “Ennor”, Lemnini M’Hammed, che aveva una sede proprio in via Statale a San Carlo prima che il Comune di Sant’Agostino ne disponesse la chiusura immediata con un’ordinanza risalente ormai al dicembre del 2008.

Che i membri dell’associazione, rimasti orfani del proprio centro, ne abbiamo aperto uno autogestito privatamente? E’ il dubbio che si è posta Gaia Fabrizia Righi che ne ha parlato con il commissario prefettizio Adriana Sabato, la quale ha riferito di non essere a conoscenza della situazione e che avrebbe mandato la polizia municipale a controllare.

“Il sopralluogo diurno sarebbe inefficace – commentano all’unisono Righi e Cremonini – perché di giorno la situazione è normale, si vede solo un tappeto arrotolato, è di sera che arrivano  le persone a pregare. La nostra preoccupazione è che non essendo più un’associazione autorizzata, non si ha idea di chi ci sia nel territorio. Se fosse un luogo di culto autorizzato, infatti, i soci sarebbero registrati ma così non si sa niente e a quanto pare, da parte dell’amministrazione, non si vede niente”.

 

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