Tresigallo. Condanne per tutti, chi in rito abbreviato chi a seguito di patteggiamento, e un provvedimento di espulsione dal territorio italiano in un caso. Finisce così la breve vita della ‘banda Lomasto’ dedita allo spaccio di droga, furti in abitazione e che aveva in mente anche rapine violente a Tresigallo, dove aveva la base.
Il capo, Giuseppe Lomasto, associato al clan camorristico dei Licciardi e già arrestato durante un’operazione di polizia per altri fatti per i quali risultava latitante, è stato condannato a 4 anni e 2 mesi di reclusione. Per il figlio maggiore, Francesco, la pena è di 2 anni e 8 mesi, il complice Maurizio Morra è stato invece condannato a 3 anni e 10 mesi di reclusione. Tutti e tre sono già in carcere.
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Durante l’udienza di martedì pomeriggio davanti al gup Monica Bighetti ha condannato anche Raffaele D’Addio – l’uomo che con la sua collaborazione ha permesso ai carabinieri e al pm Giuseppe Tittaferrante di catturare la banda – a 5 mesi e 10 giorni. Infine è stata definita sempre con rito abbreviato anche la posizione della badante/basista Halyna Yaichnyk, condannata a 2 anni e 2 mesi di reclusione (a piede libero dopo la scarcerazione decisa dal tribunale di sorveglianza) con l’applicazione della misura di sicurezza dell’espulsione dall’Italia. Il suo legale aveva chiesto l’assoluzione, lei si è sempre dichiarata innocente, ma le confessioni degli altri imputati e le intercettazioni ambientali l’hanno incastrata alle sue responsabilità: era lei a fornire le chiavi per entrare nelle abitazioni in cui venivano effettuati i colpi e offriva la sua abitazione per nascondere la refurtiva.
Il gup ha anche recepito i patteggiamenti per altri due membri della banda: Emanuele Lomasto e Maurizio Baldo con condanne rispettivamente a 2 anni e 4 mesi e 1 anno e 6 mesi di reclusione, entrambi senza condizionale.
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