Occhiobello
30 Aprile 2017
L'ultimo romanzo della scrittrice presentato alla rassegna "Parole d'autore"

Cinzia Tani e il suo ‘Capolavoro’

di Redazione | 3 min

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Occhiobello. Cinzia Tani e il su Capolavoro sono stati ospiti del settimo incontro di Parole d’autore il 28 aprile al teatro don Gino Tosi. La scrittrice e giornalista romana ha presentato il suo ultimo libro, dei circa trenta oramai pubblicati.

“Ho scelto come protagonista principale una donna, Cristina, ma soprattutto ho cercato di fare in modo, anche questa volta, che fosse italiana” ha esordito. “Però il problema era il luogo in cui, in parte ho ambientato il mio romanza: Ushuaia, il capoluogo della Patagonia argentina, della Terra del fuoco”. Ha spiegato che, in quel caso, le sono venute in soccorso le ricerche sempre meticolose che fa, prima della stesura di un romanzo, soprattutto se si tratta di un romanzo storico come Capolavoro. “ Ho scoperto che Ushuaia, incredibilmente è stata costruita dagli italiani. O meglio, là , dove prima c’era un carcere perso tra le montagne e vicino ai ghiacciai, è giunto, chiamato da Peron nel 1948, un imprenditore bolognese insieme a seicento operai, raggiunti in seguito dalle famiglie, hanno costruito una cittadina, appunto Ushuaia.”

Cristina è la figlia di una donna italiana che in seguito si sposa con un uomo facoltoso. Uomo che, già alla seconda pagina, scompare. Da questa vicenda parte il romanzo, ricco di colpi di scena e che, per la prima volta, nella carriera della scrittrice è ambientato in due tempi e mondi diversi.

“ C’è la storia di un medico tedesco ai tempi del nazismo che e impegnato, nel castello di Artheim, nel famigerato e poco conosciuto programma T4. C’è l’ Argentina dei generali, dei desaparicidos, della donne della Plaza de Maio della fine degli anni settanta e inizio degli anni ottanta.”

La Tani ha ricordato che in quel periodo si svolsero i famosi campionati del mondo del 1978, appunto vinti dall’Argentina e come pochissimi giornalisti parlarono della tremenda repressione, mentre glorificavano lo svolgimento delle partite di calcio.

Senza voler svelare nulla della trama appassionante del racconto, la giornalista ha sottolineato come siano tre le città dove si svolgono le vicende: Berlino, la città del passato, Ushuaia, la città della famiglia e Buenos Aires, la città dove Cristina si trasferisce alla ricerca del padre.

“Nel romanzo storico, come lo intendo io, la storia deve essere di sottofondo e vissuta direttamente dai protagonisti; la trama deve essere sempre al centro, per appassionare e non essere fagocitata dagli eventi” Mentre, in conclusione, ha raccontato che “ anche per questo libro ho voluto visitare direttamente i luoghi. Sono stata un mese tra Ushuaia e Buenos Aires a fare sopralluoghi e , come la mia protagonista, ho scalato con i ramponi il Perito Moreno e ho visto il ghiacciaio dei mille colori dell’arcobaleno”.

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