Bondeno
26 Aprile 2017
Il Consorzio della Bonifica Burana licenzia il dipendente che sparò all'animale

Uccise il proprio cane, ora perde la casa e il lavoro

di Redazione | 3 min

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Bondeno. Il dipendente del Consorzio della Bonifica Burana che ha ucciso a sangue freddo il proprio cane ha perso la casa e il lavoro. Il consiglio del consorzio ha infatti deliberato il licenziamento in tronco del dipendente, il 58enne G.D., reo dell’uccisione a colpi di fucile dell’animale lo scorso 2 gennaio all’interno dell’impianto idrovoro di Bondeno. La dimissione equivale a non avere più un tetto sopra la testa, visto che l’addetto abitava negli alloggi di servizio messi a disposizione per i lavoratori del Burana.

Il provvedimento era stato fortemente auspicato e richiesto a gran voce dagli animalisti durante una manifestazione svoltasi davanti agli uffici del consorzio, organizzato dalla Leal – Lega Antivivsezionista sede di Ferrara, con la partecipazione di altre associazioni animaliste quali Animaliamo Onlus, Enpa, Lega Nazionale per la Difesa del Cane e Animal Liberation, dopo che il fatto scellerato era stato reso noto.

“Grazie a questa manifestazione e alla risonanza mediatica che il crudele e barbaro gesto aveva suscitato nell’opinione pubblica e sulla stampa locale, si è potuto giungere a tale risultato, in attesa che anche il provvedimento giudiziario faccia il suo corso con l’emissione di una sentenza – annunciano trionfanti gli animalisti -. Un risultato sicuramente molto importante, tenuto conto che finora la maggior parte dei casi di maltrattamento e uccisione ingiustificata di animali anche domestici restava nell’ombra e cadeva nel silenzio, coperta dall’indifferenza o al massimo dall’indignazione espressa a parole. E’ nostra speranza che questo caso, uno fra i tanti che si traducono quotidianamente in violenze inaudite contro gli animali, induca una riflessione e una presa di coscienza nell’opinione pubblica”.

Il processo nei confronti del padrone del cane e del suo collega, che dovranno rispondere del reato di uccisione di animali in concorso, dovrebbe iniziare a breve anche se non c’è ancora una data ufficiale per la prima udienza. Giovedì 27 aprile, invece, comincerà il processo ai quattro giovani di Sangineto che nel giugno del 2016 seviziarono e uccisero il cane randagio Angelo, considerato dagli animalisti come il “simbolo della tortura sugli animali”, per cui si chiedono “punizioni severe”.

“Denunciare si può e si deve – ribadisce Stefania Corradini, responsabile Leal Ferrara -. Gli animali non sono cose messe a disposizione dell’uomo per esercitare su di loro potere di vita o di morte, ma esseri senzienti dotati di coscienza esattamente come noi, nei cui confronti l’uomo non ha solo il dovere del rispetto ma anche quello di tutela della vita e della salute. A più di dieci anni dall’entrata in vigore della legge 189 sul maltrattamento degli animali, ci impegneremo a livello nazionale per una sua revisione e miglioramento, affinché si giunga ad un inasprimento delle pene verso qualsiasi condotta di violenza sugli animali, perché sia riconosciuto e garantito, anche a livello giuridico, il rispetto dei diritti a loro dovuti”.

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