Cronaca
18 Marzo 2017
Il patrimonio requisito a due coniugi-imprenditori ritorna nella loro disponibilità. Per i giudici non c'erano neppure il pericolo di dispersione

Tempi non rispettati, inefficace il maxi sequestro da 22 mln di euro

di Daniele Oppo | 2 min

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Mancato rispetto dei tempi. Cade così il maxi sequestro da 22 milioni di euro effettuato dalla Guardia di Finanza, su disposizione della procura, a carico di due coniugi marocchini, condannati per frode fiscale.

Nella giornata di venerdì i giudici Vartan Giacomelli, Carlo Negri e Sandra Lepore hanno sciolto la riserva dopo l’udienza di convalida tenutasi mercoledì e hanno stabilito il dissequestro di tutto il patrimonio, che comprendeva anche proprietà di beni intestati a terze persone (difese dagli avvocati Giampaolo Remondi, Enrico Sisini e Alessandra Palma), considerate dagli inquirenti meri prestanome dei coniugi Bilal El-Mangar e Souad Mochrik (difesi dall’avvocato Pasquale Longobucco).

Dalle frode fiscale al sequestro di un patrimonio da 22 milioni di euro

Il 16 gennaio la procura aveva chiesto al tribunale il sequestro del patrimonio dei due, per poi precisare – con atto pervenuto al giudice Alessandro Rizzieri il 16 febbraio (e su sua richiesta trasmessa il 6 dello stesso mese) –  che si trattava di una richiesta d’urgenza. Il tribunale solo a quel punto – lo stesso 16 febbraio – ha emesso il provvedimento di applicazione delle misure di prevenzione patrimoniale, ritenendo fondato il pericolo che i due potessero disfarsi di tutto, fissando l’udienza per la convalida al 15 marzo.

Ma a quel punto, tra la richiesta del provvedimento e la data del decreto che lo ha disposto, erano già passati più di 30 giorni, termine fissato dalla legge per ritenere valido il sequestro d’urgenza, facendo così cadere tutto già dal punto di vista formale.

I giudici però – pur non entrando pienamente nel merito – osservano che, sulla base delle fonti di prova e ai documenti allegati, non siano comunque emersi adeguati riscontri in ordine al concreto e attuale pericolo di dispersione dei beni oggetto del sequestro tali da richiedere un provvedimento d’urgenza.

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