Politica
10 Marzo 2017
Udi, Centro Donna Giustizia, Centro Documentazione Donna e Progetto Luna Blu contro il nuovo regolamento di Polizia Urbana

‘Sex worker’ e multe ai clienti: “Crociata moralistica controproducente”

di Redazione | 3 min

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“Una crociata moralistica malamente mascherata volta a perseguire l’acquisto di prestazioni sessuali sul modello abolizionista “nordico” quando in Italia la prostituzione non è reato”. La nuova proposta di regolamento di Polizia Urbana approvato in giunta a Ferrara non piace affatto alle associazioni Udi, Centro Donna Giustizia, Centro Documentazione Donna e Progetto Luna Blu-Prostituzione Invisibile e Unità di Strada.

“Ci sembra – commentano le donne delle associazioni citate – anche in contrasto con quanto l’amministrazione attua all’interno del progetto regionale ‘Oltre la strada’ con azioni di prevenzione sanitaria e tutela della salute e dei diritti delle sex workers (vedi progetto Luna Blu prostituzione invisibile e unità di strada) Una nostra prima riflessione prende in esame il concetto di decoro; di difficile interpretazione ci risulta definire un “atteggiamento e abbigliamento indecoroso o indecente rispetto al luogo”. Si corre Il rischio di delegare un giudizio di accettabilità sociale a valutazioni soggettive fondate su caratteri estetici, giudizio che diviene quantomeno discriminante e contribuisce a normalizzare stereotipi del maschile e del femminile che rafforza uno stigma pesante come quello che grava sul soggetto che si prostituisce”.

Il regolamento all’art.41 vieta l’acquisto di servizi sessuali all’aperto e prevede sanzioni per i clienti. E’ un provvedimento ritenuto pericoloso “in quanto mette a rischio la sicurezza delle sex workers, nega la loro autodeterminazione e le pone ulteriormente a rischio povertà”. “La criminalizzazione del cliente – spiegano infatti – lo porta a scegliere forme nascoste di prostituzione, ostacolando azioni e percorsi di educazione sui temi della salute di comunità e dei diritti. Riteniamo invece, supportate da studi di settore, l’importanza di perseguire la responsabilizzazione del cliente con approcci informativi e non repressivi. Spazi vuoti e nascosti possono peraltro favorire lo sfruttamento, possono favorire e rendere meno visibili le violenze sulle sex workers e rendere questi crimini più difficilmente denunciabili”.

“La nostra più grande preoccupazione – concludono le donne delle associazioni – riguarda la sicurezza delle sex workers, in particolare quelle più vulnerabili, perché questo provvedimento causerà danni tra chi è più emarginato nella nostra società, tra migranti, persone trans, genitori single e altri che scelgono il sex work per sopravvivere. Il nostro pensiero va a chi sarà costretta a prendere rischi sempre più grandi allo scopo di non lasciare clienti da cui dipendono: chi abbasserà le tariffe, chi accetterà di praticare sesso non protetto, chi acconsentirà a recarsi in luoghi sconosciuti e si guarderà bene dal chiamare le Forze dell’Ordine in caso di pericolo o di aggressione. Perché questo provvedimento innalzerà il grado di diffidenza-sfiducia nei confronti delle Forze dell’Ordine. Quali misure sono previste per creare alternative praticabili a chi lavora all’aperto nel sex work?”

“Gruppi di esperti nazionali e internazionali, tra cui Amnesty International, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la Global Alliance Against Trafficking Women e Unaids hanno fornito chiare prove di come la criminalizzazione dell’acquisto di servizi sessuali sia non solo inefficace, ma come metta a repentaglio la salute e la sicurezza delle e dei sex workers. La percezione generale riguardo il sex work sta cambiando, la gente sta prendendo coscienza di come la criminalizzazione e lo stigma siano oppressioni che schiacciano e si inizia a capire chi veramente sono le sex workers: un gruppo estremamente eterogeneo di persone che combattono per andare avanti. Quando diciamo che la “criminalizzazione” aumenta il danno e il rischio nel sex work , stiamo parlando di cosa potrebbe accadere a persone come la donna investita da un cliente alcuni giorni fa e solo grazie all’intervento delle colleghe è stata soccorsa e sono in corso indagini per l’identificazione del colpevole”.

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