Esiste un problema sottovalutato dagli addetti ai lavori nel campo dell’informazione ferrarese che francamente trascende qualsivoglia considerazione ideologica, le categorie obsolete – almeno per la comunicazione e la cultura o metapolitica – destra e sinistra. Né contestiamo legittime posizioni fisiologiche di schieramento e identità come opzione privilegiate. Non ultimo se direttamente ci riferiamo alle testate ufficiali ferraresi invitandole – pur le precedenti premesse – a maggiori aperture verso l’Altro e la diversità di identità e schieramenti, in ultima analisi il problema riguarda soprattutto le opposizioni che nel 2017 trascurano colpevolmente tale necessità democratica e mediatica semplicemente fondamentale.
A Ferrara in breve esiste un relativo monopolio della cosiddetta sinistra per l’informazione: Nuova Ferrara, Estense Com, Tele Estense, Ferrara Italia; resta il Resto del Carlino locale, storicamente foglio liberale e quindi virtualmente d’opposizione, ma visto suo ostentato moderatismo (a livello nazionale con ad esempio il Direttore Cangini un poco meno moderato), sembra almeno in parte confermare la vox populi che parla da anni poi di diversamente inciuci a Ferrara tra il monopolio cattocomunista e certa opposizione.
Ora come spesso abbiamo scritto (e anche perché in una delle testate on line ci scriviamo pure) per le testate web meglio aggiungere e ribadire quanto segue: sia per giovinezza storica che per le potenzialità almeno del web superiori alla stampa cartacea, i giornali on line pur di sinistra esitano oggettivamente meno ingessati: tuttavia come spesso esprimono i lettori nei commenti (qua mi riferisco proprio a Estense com, su Ferrara Italia di taglio più culturale è diverso) traspare una esigenza dalla comunità ferrarese di minore ideologismo nelle stesse testate on line (leggi ad esempio l’iperbuonismo su temi hot della città), fermo restando ribadiamo l’opzione in sé legittima delle testate che negare sarebbe banale e non verosimile.
Tale maggiore apertura sarebbe il segno di una evoluzione importante, riassumendo, vista anche la latitanza delle opposizioni in merito, per il futuro e una democrazia meno incompiuta. Sarebbe una svolta oltre la malattia non infantile ma storica proprio del cosiddetto progressismo italiano, ancora erede del fu PCI, sempre restio ad accettare sul serio nei fatti la legittimità a Ferrara (e non solo, la città è specchio di un trend nazionale) delle cosiddette destre, usando ancora queste categorie relative nel 2017.
Quanto alle opposizioni invece assenti nell’informazione (tranne pochi blog nei fatti poco incisivi) e che si limitano a meri siti deboli o al mito dei Social, tale andazzo la dice lunga sulla natura magari spesso corretta in senso diagnostico locale… ma segnale di visioni passatiste non strutturali facilmente e giustamente accusabili dalle forze governative e certa Intellighenzia di scarsa cultura eventuale di governo locale . Nell’era del web fare giornali on line ufficiali non è impossibile visti i costi ridotti, ma l’andazzo è quello che è….. e così il potere mediatico – in tal senso – ben collaudato dalle sinistre resta un muro per forza vincente.
Roby Guerra, Azione Futurista Ferrara