Copparo
19 Gennaio 2017
Molto partecipate le assemblee dei lavoratori dopo la recente trattativa con i vertici dell'azienda

Crisi Berco, Lodi (Fiom): “Accordo soddisfacente, nessuno è in esubero a priori”

di Redazione | 3 min

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Si sono svolte in un clima di sostanziale tranquillità e soddisfazione le assemblee dei lavoratori di Berco, dopo i recenti accordi ottenuti dalle Rsu nella trattativa con i vertici dell’azienda in merito al piano di ristrutturazione aziendale che avrebbe comportato la perdita di 365 posti di lavoro negli stabilimenti di Copparo e Castelfranco Veneto. “Nessun lavoratore si dovrà sentire in esubero a priori, sarà una scelta esclusivamente volontaria”. È questo il punto cardine di tutto l’accordo che ha ridotto gli esuberi, tra gli stabilimenti di Castelfranco Veneto e Copparo, da 365 unità, previste inizialmente, a 198 unità.

La lunga trattativa, durata per ben 103 tre giorni, addirittura di più di quella che coinvolse l’azienda e le sigle sindacali nel 2013, è riuscita nell’intento di ridurre per il 48% gli esuberi previsti e garantire la volontarietà nelle uscite. L’accordo prevede infatti l’uscita su base volontaria di 173 lavoratori dello stabilimento Copparese e 25 di quello di Castelfranco. Sono stati garantiti importanti ammortizzatori e incentivi: oltre a godere per un anno della cassa integrazione straordinaria a partire dal primo marzo 2017, per chi uscirà è previsto un incentivo di ben 65mila euro per le domande presentate entro il 30 giugno prossimo. Ci sarà poi una finestra per 48 lavoratori che potrebbero godere delle nuove norme governative finalizzate al prepensionamento, per ora in attesa dei decreti attuativi. Se tali lavoratori non dovessero rientrare in questa tipologia, si aprirebbe di nuovo la strada dell’incentivo fino alla scadenza della cassa integrazione, cioè a marzo 2018. “Ci auguriamo e crediamo possibile che entro un anno si raggiungerà la quota di 198 esodi volontari- rivela il segretario della Fiom, Samuele Lodi-, se così non fosse, l’azienda non potrebbe comunque agire d’imperio ma, come scritto sull’accordo, sarà costretta a tornare a sedersi con noi ad un tavolo di trattativa”.

La differenza che ha contraddistinto la gestione di questa crisi, rispetto a quella di qualche anno fa, è legata al fatto che le sigle sindacali hanno volontariamente scelto di portare avanti la trattativa e siglare l’accordo direttamente sul territorio senza portare la vertenza al tavolo del Ministero dello Sviluppo Economico. “Tale scelta – spiega Lodi – è stata portata avanti per evitare gli errori commessi nella precedente crisi aziendale. Sicuramente, se avessimo portato la trattativa a Roma, non avremo ottenuto tali risultati che noi riteniamo assolutamente positivi, una vittoria dei lavoratori e delle lavoratrici”.

“Ora – prosegue Samuele Lodi – continuiamo a rimboccarci le maniche poiché dalla prossima settimana saremo già impegnati nella contrattazione per la definizione, entro il 30 giugno, del nuovo contratto aziendale. Ovviamente sarà una battaglia altrettanto cruciale, ma sicuramente meno drammatica rispetto a questa delle ultime settimane visto che non sono in ballo posti di lavoro”.

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