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Lagosanto. Sarebbe il 24 gennaio 2017 la data prevista dalla programmazione locale per la dismissione del Punto Nascita dell’ospedale del Delta. Lo ha scoperto il sindacato Fials consultando una determina dell’Azienda Usl che autorizza la mobilità temporanea di un’ostetrica.
Una scoperta, appunto, perché la data non è stata “mai comunica dai vertici aziendali, né ai sindacati nel rispetto delle relazioni sindacali, né ai lavoratori, né alle gravide, né ai sindaci e nemmeno agli uditori durante la Csst (Conferenza socio sanitaria territoriale) del 28 settembre”. Situazione che va ad aggiungersi agli elementi di ‘grande preoccupazione ‘ sulla sorte della sanità ferrarese.
“In questi anni – spiega Mirella Boschetti, segretaria provinciale Fials – abbiamo assistito alla lenta e dolorosa agonia del “Punto Nascita” del Delta, sceso drasticamente nel numero dei parti in loco, dovuto, sia al calo della natalità, ma, soprattutto alle scelte di politica sanitaria di questi anni, responsabile del parto-pendolarismo anche fuori provincia, soprattutto verso Ravenna”.
Il 28 settembre scorso la Csst dei sindaci, riunita in Castello, “ha emesso la sentenza di “condanna a morte” del “punto nascita” del Delta, mancava solo, per i più, la data di “esecuzione” della sentenza”. “Ma gli operatori sanitari coinvolti: ostetriche, infermieri, Oss, le gravide, le partorienti, hanno il diritto di essere informati, per le importanti ricadute che questa scelta provoca. Mentre è ormai certa l’’epoca’ di chiusura del punto nascita del Delta, incerti rimangono i tempi di attivazione del Centro di Procreazione Medicalmente Assistita (Cpma)”.
Il Cpma vedrà mai “la luce” e produrrà gli effetti vagheggiati in Csst, o farà la stessa fine dell’Hospice, finanziato e mai aperto a Cona e poi promesso a Copparo la cui attivazione pare rimandata alle “calende greche”?”, si chiede Mirella Boschetti.
“È grande la preoccupazione della Fials sulla sorte della sanità ferrarese – aggiunge – sui servizi per i cittadini e sul piano assunzioni sempre sottostimato rispetto le necessità e in ritardo rispetto le cessazioni, a fronte della inarrestabile emorragia di denaro pubblico e dell’incombente piano di rientro imposto all’Azienda Ospedaliera e del buco di 77 milioni di euro di finanziamento integrativo che le due aziende devono restituire. La chiusura dei Punti Nascita, rappresenta il segno tangibile del fallimento della politica nazionale e locale sul lavoro, sulla famiglia, sulla genitorialità. È segno inequivocabile dell’incapacità delle classi politiche che si sono succedute di vedere oltre il loro interesse personale e di gruppo. La nostra società, la nostra comunità è a rischio di estinzione, bisogna intervenire subito, con misure rapide ed incisive a favore della genitorialità, delle famiglie e dei lavoratori. La Fials, gli operatori sanitari, le gravide, i loro familiari, i cittadini attendono risposte”.
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