Codigoro. Consulenze sui rapporti bancari molto care, fin troppo, e con modalità la cui legalità è oggi al vaglio del tribunale. Doveva essere il giorno del rito abbreviato nel processo per truffa a carico di Donato Straforini, 57enne di Codigoro, ma ci sarà bisogno di un ulteriore passaggio.
Nell’udienza di lunedì davanti al giudice Annamaria Totaro si è tenuto l’esame dell’imputato che ha spiegato – non senza qualche contraddizione e confusione – il rapporto che lo legava a quelli che oggi sono i suoi accusatori, costituitisi parte civile, una coppia di imprenditori che – oberata dai debiti e dalle richieste delle banche – si era rivolta a lui per analizzare i contratti alla ricerca di eventuale anatocismo bancario. Straforini, secondo l’accusa, si era presentato come rappresentante dell’associazione dei consumatori FederItalia, con sede a Parma, anche se ne era stato espulso (lui sostiene, anche con prova documentale, che in realtà fu lui a dimettersi) e avrebbe applicato un prezzo enormemente superiore a quello che l’associazione applica per controllare 30 anni di conti bancari.
Accusato di truffa per aver gonfiato perizie sui mutui bancari
La prima perizia su un conto bancario, fatta effettuare da Straforini a un suo consulente di fiducia (e consulente anche di FederItalia) per ottenere pratiche veloci – come raccontato da lui in udienza – costò in effetti alla coppia oltre 4mila euro. L’imputato la pagò circa la metà, tra i 1.500 e i 2mila euro, il resto era per sé. L’associazione per una consulenza del genere chiede circa 400 euro. Una seconda perizia, l’ultima effettuata ‘direttamente’ riguardò la posizione con Equitalia, pagata 3mila euro dagli imprenditori, costata la metà a Straforini. Altre tre invece, secondo quanto raccontato, vennero dirottate a FederItalia, associazione con cui entrò in contatto incuriosito dal fatto che aveva lo stesso nome di un’associazione di cui faceva già parte e di cui era rappresentante, ma che si occupava di tutt’altro.
Al centro della deposizione anche un’altra serie di perizie fatte effettuare a un’azienda di Forlì che formalmente vende all’ingrosso materiale elettrico, ma che da statuto offrirebbe anche consulenze commerciali, per le quali la coppia pagò altri 4mila euro circa. Qui si è creato un mini caso relativo a una e-mail inviata al difensore della parte civile – l’avvocato Luca Berni del foro di Parma – che però Straforini ha presentato in una versione non firmata e priva di una parte, quella in cui l’azienda forlivense afferma che la coppia aveva “conferito regolare incarico tramite il nostro collaboratore Donato Straforini”. Entrambi i documenti non sono però stati acquisiti agli atti del processo, che proseguirà a marzo proprio per sentire il rappresentate legale della società e provare a chiarire il rapporto di collaborazione con l’imputato.
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