Goro. Rino Conventi e Filippo Sambi, presidenti rispettivamente della cooperativa di pesca Co.al.mo di Goro e della cooperativa La Valle di Comacchio, si sono rivolti ai consigli comunali di Goro e Comacchio presentando una proposta di risoluzione per la parificazione dei diritti in ambito di acquacoltura in Emilia-Romagna.
La Regione si appresta infatti ad emanare un bando per rilasciare in concessione quelle aree che precedentemente aveva individuato quali Aree di Tutela Biologica, ovvero per la pesca del novellame di vongola con cui alimentare le concessioni demaniali. “E’ risaputo – dicono i due – che la quasi totalità delle aree in concessione alle varie cooperative non hanno (o non hanno più) la vocazione alla nascita spontanea di seme e senza una reimmersione di questo, prelevato altrove, le attività acquacoltura che interessano circa 1500 addetti – fra Goro e Comacchio- rischierebbe seriamente di collassare. Il bando regionale è in base di definizione e moltissimi aspetti di esso, a quanto ci è dato di sapere, non possiedono le caratteristiche per garantire un equo accesso a questa risorsa pubblica; ma non è sul bando che vorremmo attirare la vostra attenzione con questo nostro intervento, non ora; in questo momento vorremmo concentrarci su un singolo aspetto di esso, elemento rispetto al quale negli ultimi anni crediamo di esserci – nel ben o nel male- contraddistinti: l’equa ripartizione delle risorse. Infatti, se è in qualche modo possibile accettare che cooperative che si sono insediate per prime in determinate aree maggiormente vocate all’allevamento mantengano le loro posizioni, lo è assai meno che le differenze di trattamento siano addirittura sancite da deliberazioni della giunta regionale”.
“A disparità di spazio a disposizione fra gli addetti appartenenti a cooperative diverse – sostengono Conventi e Sambi – non può essere sancito e legittimato da nessuna regolamentazione, né tanto meno questa palese differenza di trattamento può essere ribadita anche nella distribuzione delle aree che sono state, negli ultimi 10 anni, le nursery delle vongole: la bozza presentata in questi giorni dalla Regione prevede proprio l’ufficializzazione ed il consolidamento di trattamento diverso di cooperative”.
“L’iniquità è sotto gli occhi di tutti”, dicono i presidenti delle due cooperative, ed è per questo che chiedono ai Consigli comunali di Goro e Comacchio di “approfondire in sede ufficiale la materia ed elaborare una risoluzione – possibilmente unitaria – nella quale scaturisca la forte volontà delle assemblee dei due Comuni di chiedere alla Regione di parificare i diritti dei propri cittadini di fronte alle normative ed alle regolamentazioni, prima dell’emanazione del bando in parola: la parità di diritti dei cittadini è sancita dalla Costituzione e nessun organo -in questo caso, la Regione Emilia-Romagna-, può scordarselo e spetta a chi i cittadini li rappresenta direttamente, ai Comuni, pretendere il rispetto di questi elementari ed irrinunciabili diritti. Al fine di impedire si perpetri un’inaccettabile ingiustizia, ci permettiamo di chiedere a tutte le forze politiche rappresentate nei consigli comunali dei due comuni di portare quanto prima all’ordine del giorno questa tematica, al fine di impedire che l’iter regionale proceda indisturbato al proprio non moralmente condivisibile obiettivo”.
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