Dopo 33 anni i Diamanti tornano a ospitare una mostra su Chagall
A distanza di 33 anni Palazzo dei Diamanti di Ferrara torna a ospitare una mostra su Marc Chagall, uno dei più importanti e amati maestri dell’arte del Novecento
A distanza di 33 anni Palazzo dei Diamanti di Ferrara torna a ospitare una mostra su Marc Chagall, uno dei più importanti e amati maestri dell’arte del Novecento
Mercoledì 2 luglio, l’Arena Coop Alleanza 3.0 ospita una serata a ingresso gratuito per celebrare la Giornata Internazionale delle Cooperative. A partire dalle ore 19, un aperitivo offerto da Coop Alleanza 3.0 e Cidas aprirà una serata di cinema, dialogo e memoria condivisa nel cuore verde di Ferrara. Alle 21.30 sarà proiettato Flora, di Martina De Polo
Per tutto il mese di luglio, l’Hotel Annunziata accoglie, nell’ambito del progetto FRAMEFLOW, la fotografa Chiara Leone con la sua mostra digitale “Il corpo inatteso”, un’indagine poetica e visiva sulla femminilità, intesa come essenza complessa e stratificata, ben oltre ogni estetismo
La carovana musicale del Gruppo dei 10 scorta i ferraresi nelle tradizionali trasferte estive da Ferrara ai Lidi, passando per i magici canali di Comacchio e puntando dritti a un tramonto in spiaggia, da gustarsi sempre a incalzante ritmo di jazz. Questo sarà possibile durante i sei appuntamenti che animeranno il cartellone di Tutte le Direzioni in Summertime 2025, dal 6 luglio al 12 settembre
Un altro weekend di spettacoli, con tre appuntamenti del Ferrara Summer Festival in piazza Ariostea. Inoltre, prosegue il Cinema nel Parco Pareschi. Proseguono inoltre le mostre al Castello Estense, Palazzo dei Diamanti, allo spazio Antonioni e al MEIS
Giovedì 10 novembre alle 17 presso la libreria Ibs+Libraccio di Ferrara, per il ciclo Uno sguardo al cielo, Teresa Manes presenta il libro “Punto e a capo. La vita dopo il suicidio di mio figlio” (Erickson). Dialogano con l’autrice Paola Bastianoni e Stefano Ravaioli.
“È stato il 20 novembre 2012 il giorno in cui si suicidò mio figlio. Scelse di lasciare dondolare il suo ultimo pensiero, senza peso. Legando il suo collo a una sciarpa; l’altro nodo stretto a una scala” racconta la madre di Andrea Spezzacatena, il ragazzo di 15 anni che si è tolto la vita impiccandosi nella sua casa di Roma.
Il suo nome lo ricordano in pochi perché da subito tutti prendono a chiamarlo “il ragazzo dai pantaloni rosa”, alimentando una serie di allusioni e pregiudizi sull’omosessualità e omofobia che per molto tempo peseranno, e ancora pesano, su questa storia.
In questo libro però non si tratta di questo, non si tratta di cercare colpevoli, fare processi ed emettere sentenze. Non si tratta del figlio che non c’è più, ma della madre che resta. Teresa Manes ci offre la sua testimonianza di sopravvissuta, ci porta — senza retorica — nelle pieghe di un percorso faticosissimo di elaborazione del lutto e ricerca di senso.
“Nessuna condanna, nessuna spiegazione, nessuna pena espressa – conferma la mamma di Andrea -. Coi giornali a calcare la notizia del suicidio del ‘ragazzo dai pantaloni rosa’. Con le indagini aperte e poi archiviate in un calvario continuo che spana i limiti del dicibile. E io — parte integrante di una famiglia distrutta — ho dovuto imparare ad amare ed educare ciò che mi era rimasto: un dolore senza fine.
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