Lettere al Direttore
5 Ottobre 2016

Perché la mensa è obbligatoria per mia figlia?

di Redazione | 6 min

Egregio, avrei necessità di domandare un aiuto ai ferraresi, agli italiani, per comprendere una problematica sorta alla mia famiglia, come ad altre della mia zona.

Facendola breve, alla fine dell’estate nel sito della scuola secondaria di primo grado frequentata da mia figlia è apparso l’avviso di “obbligo di frequenza delle ore di mensa”.

Qui mi sono domandata come mai visto non è mai successo in questi anni (e non è da ieri che tra conoscenti ed amici, frequentiamo il mondo scolastico)..di punto in bianco la scuola e lo stato stesso mi obbligano a fare un’azione che non desideriamo compiere. Certo si, si dirà sia una cosa normale pranzare a scuola, ma questo non è vero, tutt’altro. Per fortuna ci sono ancora scuole che sono dentro paesi, tutt’attorno una comunità di persone che abita e frequenta la stessa, ed il fatto di passare un’ora a pranzo dai nonni, o con i genitori prima di rientrare, per diversi ragazzi è un toccasana.. pregasi visitare le mense scolastiche prima di rispondere a questo punto, potreste stupirvi.

Vogliamo poi aggiungere che in questo momento “storico” sfortunatamente molti genitori non lavorano e sono costretti a stare a casa, perché allora non poter cucinare per il proprio figlio? Non resta mica a casa tutto il giorno, poi rientra a scuola per le lezioni pomeridiane. Mia figlia passa l’ora di mensa a casa, e non sto a spiegare la motivazione per cui abbiamo scelto questo, sono fatti nostri, ciò che mi sconvolge è che da quest’anno sarà segnata per ben 66 ore assente da scuola, assenze da aggiungere poi alle malattie che si spera siano poche e tutto proprio nell’anno in cui anche queste ore contano per aver una buona entrata all’esame finale.

Certamente una ricerca sui siti del Ministero (MIUR) non può mancare e si cerca di capire la riforma scolastica in cui siamo entrati, il problema è che neppure il ministero ha le idee chiare a quanto pare e di conseguenza le scuole, da qui di seguito il comune che fornisce il servizio mensa… nel particolare si definisce il tempo a 36 ore come comprensivo di mensa, ma nello stesso decreto si recita pure la non obbligatorietà alla frequenza della mensa in loco… eppure nella nostra scuola la frequenza parrebbe obbligatoria senonché il comune che gestisce il catering scolastico e fa un “servizio” (teniamo la parola in mente) recita nel proprio statuto la possibilità di scelta da parte delle famiglie se aderire o meno allo stesso e pure la possibilità di togliersi dalle iscrizioni alla mensa.. e già questo cozza un poco con i periodi obbligati all’iscrizione allo stesso servizio.

Ora è ben noto che la parola “servizio” non è necessariamente un obbligo di utilizzo dello stesso, poichè le famiglie possono decidere autonomamente se aderire o meno, per cui pagare o meno.. Ma se da un lato l’iscrizione non è obbligatoria perchè liberi di aderire e non aderire, si sbatte contro l’obbligatorietà di frequenza delle ore di “mensologia” (parola coniata da una mamma nelle mie stesse condizioni) per cui se i ragazzi non possono uscire e restano ma non sono iscritti a mensa, nel momento stesso in cui sonp presenti a scuola in quell’ora, ovvero lo si deve sapere entro le 08:20 del mattino quando si preparano le schede da inviare alla ben nota ditta che opera nella nostra città da anni, verranno in automatico inseriti nelle liste dei pranzi, con notifiche successive a Comune e bollettni da pagare poichè, testuali parole di un operatore comunale dell’istituto Scuole del Comune << non possono lasciare i ragazzi senza pasto >> .

Allora si esce e si va a casa… con le paure, li immaginate questi ragazzi a cosa pensano? Che stanno affrontando ? Le ore di assenza iniziano ad accumularsi ogni settimana… soltanto perché stai e puoi mangiare al tavolo della tua cucina.

Benissimo ci diremo, è una scelta per cui a posto così, e invece no! Benissimo nulla. Il solo fatto che un diritto sacrosanto come la scelta di utilizzare un servizio sia diventato quasi un “obbligo” dallo stesso organo che mi dice che è un mio diritto scegliere mi fa sobbalzare, mentre la scuola si inventa complicati sistemi per mandare in confusione dirigenti scolastici, professori, genitori e studenti. Ah certo una dimenticanza importante.. per ciò che riguarda la mia (nostra) situazione in particolare, essendo “mensologia” una materia non presente sui testi del ministero, si è ben pensato di portare l’assenza nelle ore dell’insegnante/professore che in quel momento è in servizio viglilanza in mensa… bella trovata questa! ( Almeno così il Drigente della nostra secondaria di primo grado ha asserito in un incontro) Sfortuna vuole che a noi per ora parrebbe capitare sempre la stessa materia, una vera fortuna, almeno i ragazzi sapranno che in quella dovranno essere super preparati viste le 66 ore di assenza già accumulate in preventivo.

Proviamo una proposta alternativa? Perchè non concedere visto che se escono si beccano ore di assenza, se restano si beccano malvolentieri la ditta di catering? Facciamo allora che possano pranzare con il proprio cesto del pranzo? Un panino? Un piattino di pasta fredda home made? Una pizza? In tanti paesi occidentali funziona e sono vivi, non sono poi così “contaminati”, neppure chi ha problemi alimentari mi pare sia a rischio continuo, logicamente potendo gustare il proprio pasto, non quello dei compagni, ma qui è materia della famiglia. A fianco al cesto da casa non manca però il catering… ma qui in Italia, qui a Ferrara non si può fare, e i motivi ben ancora non sono totalmente chiari.

Rischi di contaminazione… alle volte mi domando se davvero siano mai andati i responsabili a vedere come funzionano i pasti.. tralasciamo sennò poi dobbiamo inoltrarci in derrate, quantità, palatabilità, personale scolastico.. insomma tutto si amplierebbe a ragion veduta però!

Ora si debbono valutare le possibilità, domandare alle scuole i locali, farli controllare dalle asl, già ora entra in gioco anche questo organo (ben venga che ci sia, ma alle volte sembra davvero di un altro pianeta) per cui scordiamoci per ora visti i tempi infiniti che incontreremo.. magari nei prossimi tre anni si avrà qualche risposta.. forse.

Per ora ragazzi beccatevi queste assenze. Che bella questa “Buona Scuola” davvero un ottimo regalo a tutti gli studenti.

Ma se da noi funziona in questo modo, le scelte libere che alla fine non puoi fare veramente pena possibili ripercussioni scolastiche, dalle altre parti come si procede per la mensa?

Tutti gli studenti di Ferrara che per fortuna (o sfortuna) possono pranzare con i familiari, sono considerati assenti a scuola? Controllate che è meglio, sia mai vi ritrovaste a sentire tremare i vostri figli perchè da un giorno all’altro ( a noi neppure il tempo di poter cambiare scuola visti i tempi delle pubblicazioni) ricevano l’avviso del limite massimo di ore di assenza raggiunto…

La parte comica di tutto questo? Le ore di assenza durante la mensa pesano molto molto di più in fase di valutazione finale rispetto quelle fatte per malattia e durante le ore curricolari di studio, perchè essere assenti mentre il professore spiega è meno importante dell’assenza durante il pasto dove si impara a riconoscere ed aprezzare il junk food di note catene.. almeno sai già che “robe” mangi …. Da spanciarsi dalle risate no?!

Vabbè restiamo a mensa obbligatoria .. allora perché debbo pagare se è comunque costretto ad usufruirne NON per scelta? è ancora tutto un mistero… Sarebbe pur così semplice …vogliamo trovare il sistema? Perché non poter continuare a pranzare a casa? Evitiamo queste assenze segnate sui registri? Cerchiamo di trovare le soluzioni a questo? Meno impegnativo anche da parte degli organi scolastici no?…. Funziona ovunque così o solo a noi perchè siamo in fondo, nel paesello di campagna?

Firmato : una mamma sconcertata, come tante.

(lettera firmata)

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