Immagino che i normali cittadini politicamente «minus quam merdam» si rendano ben conto che nessun appartenente alla minoranza dominante goda, al di fuori dalle segreterie ferraresi dei partiti o dal Palazzo, di prestigio personale superiore a pochi % dell’ascendente della sua tessera.
Il dettaglio è poco reclamizzato, perciò non turba più di tanto vincitori e vinti nelle sfide elettorali, sempre persuasi che a vincere siano i nominativi e a perdere siano i partiti.
Ovviamente, l’equivoco sbilanciamento fra la reale esiguità del valore personale del politicante in carica e l’importanza virtuale del suo schieramento è causa di mala amministrazione perenne. Ma si riflette anche nelle dinamiche dialettiche, col risultato di ribaltare curiosamente in alcuni casi certe abitudini, come s’è visto nella recente polemica in consiglio comunale riguardo alla Sapigni, che rimanendo una volta tanto abbottonatissima ha costretto i suoi sodali a parlare al posto suo, e questi, sapignamente, hanno parlato troppo. Dicendo anche ciò che di solito tacciono.
Ne è derivata l’interessante constatazione che ora a Ferrara non c’è più bisogno di rischiare querele per diffamazione affermando che la minoranza dominante, in convinta permissività ideologica, è complice con l’infestante presenza di bande di pusher africani in lotta per il controllo del territorio. Con soave candore ne ha dato implicita dichiarazione la consigliera comunale PD Ilaria Baraldi (per nulla riprovata dal suo partito), affermando di temere meno “quattro spaccini” in bicicletta dei reparti di polizia antisommossa schierati in zona GAD (là presenti non per ostentare la truce presenza di uno Stato di Polizia, ma per difendere cose e persone dalle idiote devastazioni di tifosi ultras a cui nessuna ordinanza del sindaco vieta di entrare in città).
Finalmente! L’affettuoso appellativo di “spaccini” è il nuovo significante che rende giustizia ad una categoria che offre un servizio agli intelligenti consumatori di una città protesa all’incremento del PIL commerciando modernamente col Cartello di Medellin. Il significato adesso è chiaro, no? Anche alla luce dell’episodio delle due vigilasse cacciate via dai pusher della zona “controllata” senza repliche di ordine pubblico “perché non è successo niente di grave” secondo il Comune.
Adesso non importa più questionare con il sindaco sul suo strano concetto di «accoglienza». S’è chiarito che è strano soltanto per l’ininfluente maggioranza cittadina che prova effetti allucinogeni solo quando ascolta cosa dicono i politicanti.
Paolo Giardini