Politica
26 Settembre 2016
L'ex leghista: "Non significa essere renziani ma accettare la sfida del cambiamento"

Referendum, il centrodestra di Tosi si schiera per il sì

di Redazione | 2 min

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E' una replica che assomiglia molto a un'ammissione di colpa, quella che il Comune di Ferrara, attraverso il direttore generale Sandro Mazzatorta, invia come 'rettifica' al nostro quotidiano dopo l'inchiesta sui soldi dei ferraresi destinati all'emergenza Covid per l'ospedale di Cona. E' una nota nella quale, volontariamente o meno, il Comune conferma di essersi trattenuto il denaro delle donazioni

Donazioni Covid. Ferraresi a Fabbri: “Trasparenza su destinazione dei fondi”

Dopo l'inchiesta di Estense.com sugli oltre 30mila euro di donazioni Covid fatte dai cittadini ferraresi al Comune di Ferrara per sostenere le spese urgenti legate all'emergenza Coronavirus all'ospedale Sant'Anna di Cona, la consigliera Anna Ferraresi, capogruppo del Gruppo Misto, ha interrogato con urgenza il sindaco Alan Fabbri

unnamed-104-420x237Il centrodestra si è compattato sul no al referendum costituzionale ma a Ferrara c’è un’eccezione e porta il nome di Flavio Tosi. Il suo movimento “Fare!” ha deciso di votare “sì” al referendum “perché l’Italia ha bisogno di governabilità, e questa riforma la assicura, e di coraggio, quello che in passato è mancato troppe volte, soprattutto quando il centrodestra, in Parlamento, avrebbe avuto i numeri per trasformare in realtà le riforme che aveva promesso”.

“Da tempo sosteniamo che questa non è certo la migliore delle riforme possibili e nelle sedi opportune il nostro movimento si è battuto per modificarla – ricorda Tosi -. La scelta finale però era tra rimanere ancora una volta fermi, impantanati nelle sabbie mobili tipiche di uno Stato che non vuole voltare pagina e guardare avanti, oppure decidere di dare un segnale forte e accettare la sfida del cambiamento”.

“Votare ‘sì’ non significa essere renziani: questa è una semplificazione strumentale” attacca l’ex leghista e sindaco di Verona portando a esempio “un grande giornalista storicamente di centrodestra come Vittorio Feltri: ha dichiarato che voterà sì, ma è indubbio che sia tutto tranne che renziano”.

Il voto, quindi, “non deve essere un giudizio sull’operato del presidente del Consiglio, bensì una lucida analisi di quanto verrà proposto nel quesito referendario – specifica Tosi -. E’ un confronto tra riformisti e reazionari: se si ferma tutto, di nuovo, sarà l’immobilismo. Il nostro Paese forse non avrà una nuova occasione di cambiamento. Perché lamentarsi se poi non si vuole dare un taglio al passato?”.

Il voto di Fare! va “al di là dell’appartenenza politica: eravamo e siamo profondamente diversi rispetto al Partito Democratico. Così come questo voto non deve essere letto come una prova generale per la fusione e per l’apparentamento di partiti e movimenti. Per noi non è e non sarà così”.

“Voteremo ‘sì’ con coerenza, perché questa riforma assomiglia molto a quella proposta nel recente passato dal centrodestra unito, e noi non cambiamo idea solo per meri interessi di bottega – conclude Favio Tosi -. Noi, a dispetto di altri partiti, non abbiamo votato ‘sì’ all’ Italicum e alle riforme salvo poi rimangiarci tutto. E dunque: rispettiamo le opinioni altrui, ma siamo fermamente convinti che se non prevarranno i ‘sì’ l’Italia rimarrà ferma al palo, ancora una volta, con pesanti ripercussioni, anche a livello internazionale”.

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