Lettere al Direttore
7 Agosto 2016

“Giochi di prestigio alla Tagliani”

di Redazione | 2 min

Un episodio del diario di Gian Burrasca trae spunto dallo spettacolo di un illusionista che iniziava con la richiesta ad uno spettatore del suo orologio. L’oggetto veniva avvolto in un fazzoletto e preso a martellate, frantumandolo, aveva avvolto in fazzoletto e preso a martellate, frantumandolo.’ Nella meraviglia del pubblico, il mago poi riapriva il fazzoletto ed estraeva l’orologio intatto, restituendolo al proprietario fra lo scrosciare degli applausi.

Occorreva poco per replicare l’esperimento a casa: un martello, un fazzoletto, e un pubblico da cui prelevare un orologio. Il martello e il fazzoletto c’erano, mancava il pubblico. Questo si realizzò nel raduno in salotto di parenti e conoscenti per una festa in famiglia dove il virgulto poté esibirsi: ottenne da uno zio la cipolla d’oro, l’avvolse nel fazzoletto, la prese a martellate, riaprì il fazzoletto svelando una catastrofe orologiaia e ricevette, ovviamente, un’abbondanza di cose molto diverse dagli applausi, con sua grande stizza.

Probabilmente il sindaco Tagliani si ispira a Gian Burrasca per impostare le sue iniziative. Chi non ricorda il gioco di prestigio di un’estate fa? Il fazzoletto era griffato Ferrara Tua, l’orologio costituito dalla coppia Badia-Paramucchi, e il martello non c’era, sostituito dalle mani consacrate del sindaco a frantumare e ricomporre le immaterialità poste nel fazzoletto, trattandosi di presunte necessità dirigenziali di Ferrara Tua. Ci fu un’imposizione di mani; svolazzare di veli e .. voilà: nata una Holding, rimesso il Paramucchi al posto di Paramucchi, trovato un posto a Badia a Tper, e, miracolo!, nell’incontenibile entusiasmo popolare e delle Borse, anche un posto direttivo per Lucci.

Un grande successo. Cosa chiedere di più? Bandiera Rossa?

L’ultimo gioco di prestigio di Tagliani si è svolto di recente a Gambulaga: la parte dell’orologio era sostenuta da 30 immigrati africani (senza casa, senza mestiere, senza reddito e senza nessuna notizia certa su di loro) da mettere nel fazzoletto griffato Camelot per farli ricomparire, dopo imposizione delle mani, accasati a Gambulaga in villa faraonica con parco e piscina.

Purtroppo il pubblico presente non è stato collaborativo come l’anno scorso, rifiutando di riconoscere le virtù taumaturghe degli organi prensili del sindaco. Il quale non ne è rimasto per niente soddisfatto e, forse dopo essersi consultato con Erdogan, ha pronunciato dure parole di biasimo per tutti, anche per la polizia che non ha cacciato fuori dalla sala dello spettacolo il pubblico recalcitrante.

Ma sono gli incerti nel mestiere degli illusionisti alla Giannino Stoppani. Coraggio, Tagliani.

Paolo Giardini

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