di Serena Vezzani
Cento. È ‘tornato a casa’ il Guercino, sabato 18 giugno, dopo ormai quattro anni lontano dalla Pinacoteca civica centese, danneggiata dal terremoto, con un’esposizione di dieci opere nella chiesa di San Lorenzo (corso Guercino).
Ed è stato accolto calorosamente dai centesi con un festante scroscio di campane nella piazza di fronte alla chiesa, proprio come quando, nel 1816, “le opere saccheggiate da Napoleone vent’anni prima fecero ritorno in patria” ha ricordato Fausto Gozzi, direttore dei Musei cittadini.
Una tragedia, quella del sisma del 2012, che si trasformò in un’occasione per “portare l’artista centese in giro per il mondo – ha spiegato l’assessore alla cultura Claudia Tassinari, prima del taglio del nastro inaugurale. – A Bolzano, Zagabria, Varsavia e poi a Tokyo dove, proprio dopo l’esposizione delle opere di Leonardo da Vinci e Raffaello, ha raccolto il riconoscimento di mostra più bella del 2015”.

Il Guercino – Apparizione di Cristo alla Madre (1629)
Il progetto di una nuova pinacoteca è nato un anno e mezzo fa e portato avanti dall’assessorato alla cultura in collaborazione con la fondazione Patrimonio degli studi e don Stefano Guizzardi, e che raccoglie importanti opere “miscela di culto e arte”, come le ha definite il parroco di San Biagio, tra cui anche una “copia di una pala d’altare del Guercino, precedentemente esposta nel duomo di Ferrara – ha illustrato Romina Filippini, presidente della fondazione Patrimonio degli studi. – Con questo splendido gioiello barocco del Settecento allestito a pinacoteca dall’architetto Nicola Altieri, sanciamo la fine di una brutta parentesi e recuperiamo, valorizzando, la nostra identità”.
Ed è proprio d’identità che ha parlato il docente dell’università di Bologna Daniele Benati, che ha sottolineato che, nonostante si tratti di una sede provvisoria, “intanto il viaggiatore che ricostruisce il percorso del Guercino potrà avere un assaggio qui, in San Lorenzo, del legame tra il primo artista ‘cantore’ della campagna e della vita di borgo, e la sua città d’origine”.
A completare la collezione arriveranno, nei prossimi giorni, anche il “Miracolo di San Carlo Borromeo”, un tempo nella chiesa renazzese di San Sebastiano, e “L’Assunta”, collocata originariamente nella chiesa del Rosario.
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