Dopo una crescita ininterrotta dal 2009 al 2014, nel 2015 il tasso di disoccupazione cala di 2 punti percentuali, attestandosi al 10,8%. In valore assoluto il numero di persone in cerca di lavoro si attesta sulle 7.000 unità, diminuendo di 1.200 persone rispetto all’anno precedente.
Diminuisce anche la disoccupazione giovanile: cala di 4 punti percentuali il tasso di disoccupazione 15-29 anni, attestandosi al 26,5%.
Sono i dati elaborati dall’ufficio statistica del Comune di Ferrara, che offrono “un quadro di segno positivo – come afferma l’assessore a lavoro e attività produttive Caterina Ferri -, che speriamo sia un segnale di inizio di crescita occupazionale e di uscita dalla crisi che ha colpito duramente anche il nostro territorio dal 2008 in avanti. Aumenta infatti il tasso di occupazione, sia maschile che femminile, e cala il tasso di inattività complessivo (-0,8%) rispetto al 2014”.
Positivo anche il dato relativo all’incremento dei contratti a tempo indeterminato, che “molto probabilmente può essere letto come conseguenza dei benefici del Jobs Act, come conferma il dato dei contratti a termine che invece sono in calo”.
“Non è invece necessariamente positivo – ammette Ferri – il crollo verticale (-65%) dei lavoratori in Cigs, poiché le modifiche normative entrate in vigore proprio nel 2015 hanno notevolmente ridotto l’accesso alla cassa integrazione, quindi non tutti i lavoratori sono usciti dall’ammortizzatore perche hanno trovato un nuovo lavoro”.
Aumenta anche l’occupazione nel 2015 rispetto all’anno precedente, con un tasso di occupazione 15-64 anni in crescita di 2,4 punti percentuali e un aumento assoluto di 1.500 occupati. Aumenta soprattutto l’occupazione alle dipendenze a tempo indeterminato (+1.600 persone), mentre cala l’occupazione alle dipendenze a termine (-500 persone). Quest’ultimo aggregato diminuisce a causa del sensibile calo di occupazione a tempo pieno (-1.700 persone), parzialmente compensato da un raddoppio, rispetto all’anno precedente, di dipendenti a termine a tempo parziale (+1.200).
In crescita anche gli indipendenti (+700 persone), mentre si assottigliano sempre più i parasubordinati (- 400 persone, in calo di oltre il 50% rispetto al 2014). Complessivamente, nel 2015, il 77% degli occupati è alle dipendenze, il 22% in proprio e l’1% parasubordinato. L’86% degli occupati alle dipendenze è a tempo indeterminato, il 14% ha un contratto a termine (inclusi coloro che dichiarano di avere effettuato un lavoro occasionale senza contratto). Tra gli occupati alle dipendenze l’83% è a tempo pieno, il 17% part-time.

Aumenta la quota di lavoratori part-time rispetto al 2014 di 4 punti percentuali. Diminuiscono sensibilmente (-65%) i lavoratori in C.I.G. Segnale positivo anche per l’occupazione giovanile: cresce di 6,3 punti percentuali il tasso di occupazione nella fascia 15-29 anni.
L’occupazione alle dipendenze aumenta soprattutto nell’industria (+1.000 persone, di cui 500 nelle costruzioni), aumenta leggermente in agricoltura (+300 persone) e cala leggermente nei servizi (-200 persone). Nei servizi gli occupati diminuiscono soprattutto nei servizi di trasporto e magazzinaggio (-1.100 persone), nel commercio e riparazione auto e moto (-800 persone) e nei servizi domestici (-700 persone), mentre aumentano specialmente nelle attività di ristorazione (+1.300 persone) e negli altri servizi (cioè attività di organizzazioni associative e altre attività dei servizi per la persona, +800 persone).


Diminuiscono poi gli inattivi in età 15-64 anni di 0,8 punti percentuali. Sono 19.000 le persone fuori dal mercato del lavoro in questa fascia di età nel 2015. Tra questi l’86% dichiarano di non avere interesse a lavorare, mentre il 14% di loro sarebbe disposto a lavorare (forze di lavoro potenziali).

Quanto alle differenze di genere, nel 2015 rispetto all’anno precedente aumenta maggiormente l’occupazione maschile di quella femminile: è di 1.200 persone in più la variazione per gli uomini, mentre risulta di solo 300 persone quella relativa al genere femminile; questo determina un aumento del tasso di occupazione 15-64 anni maschile di 4,1 punti percentuali, mentre è pari a +0,8 punti quello femminile.
Si accentua l’occupazione femminile alle dipendenze part-time, che aumenta di 1.600 persone a discapito della stessa ma full-time, che diminuisce di 1.200, rispetto all’anno precedente.
L’occupazione alle dipendenze si nota in aumento in entrambi i generi (+700 gli uomini, +500 le donne), mentre quella indipendente cresce di 700 persone solo per il contributo del genere maschile.
L’occupazione giovanile nella fascia 15-29 anni aumenta maggiormente per le giovani donne, con un tasso in variazione positiva di quasi 10 punti percentuali, rispetto ai quasi 3 del genere maschile.
La disoccupazione diminuisce in maniera più accentuata per il genere maschile: -3,2 punti percentuali il tasso di disoccupazione maschile rispetto a -0,6 di quello femminile. In valore assoluto sono 3.400 gli uomini in cerca di occupazione, in calo di 1.000 unità, mentre sono 3.600 le donne, in diminuzione di 200 persone. La disoccupazione giovanile diminuisce sensibilmente nel genere femminile (-12,4 punti), mentre denota un aumento in quella maschile (+4,1).
Il tasso di inattività 15-64 diminuisce soprattutto tra i maschi. Si rafforza quindi la componente femminile di questo aggregato (59% nel 2015). Tra gli inattivi maschi diminuiscono soprattutto le persone non aventi interesse a lavorare, mentre troviamo in aumento le forze di lavoro potenziali. Il contrario avviene per le donne.
Anche in campo nazionale il 2015 si caratterizza per l’aumento dell’occupazione e, per la prima volta dopo sette anni, il calo della disoccupazione. Il tasso di occupazione 15-64 aumenta di 0,6 punti percentuali, mentre quello di disoccupazione diminuisce di 0,8.
In Emilia Romagna l’occupazione aumenta di 0,4 punti percentuali rispetto al 2014; quasi tutte le provincie denotano un tasso di occupazione 15-64 in crescita: fanno eccezione Parma (-1,3 punti percentuali) e Bologna (-0,2).
Ferrara cresce maggiormente fra le provincie della regione, con un incremento di due punti percentuali.
La provincia di Bologna resta quella col maggior tasso di occupazione 15-64 in ambito regionale; Ferrara si colloca davanti a Piacenza e Rimini, con un tasso inferiore di 1,4 punti percentuali rispetto alla media regionale.
A Ferrara cresce sia l’occupazione maschile (+2,2 punti percentuali) che quella femminile (+1,8); il tasso di occupazione maschile si colloca solo davanti alla provincia di Rimini, mentre quello femminile è al quarto posto in regione, dietro a Bologna, Forlì e Parma, a pari merito con Ravenna. Bologna si pone al primo posto sia per occupazione maschile che femminile.

Migliora anche la disoccupazione: -0,8 punti percentuali in Italia e -0,6 in Emilia Romagna, rispetto al 2014.
La disoccupazione diminuisce in tutte le provincie emiliane, ad eccezione di quella bolognese (+0,2). In provincia di Ferrara la disoccupazione cala di 1,1 punti percentuali; attestandosi al 12,3%, resta tuttavia la provincia col peggior tasso di disoccupazione in regione, superiore anche a quello italiano.
La provincia con la minor disoccupazione in regione è Reggio Emilia, col 5,4%. A Ferrara diminuisce sia la disoccupazione maschile (-1,4 punti) che quella femminile (-0.7). Sia la disoccupazione maschile che quella femminile permangono le più elevate tra le provincie emiliane.


“Si tratta complessivamente tuttavia di dati – conclude l’assessore – che indubbiamente testimoniano una ripresa occupazionale, che auspichiamo si consolidi nel 2016. Proprio per cercare di supportare progetti di buona occupazione, il Comune di Ferrara il 24 maggio scorso ha presentato alle associazioni delle imprese, i sindacati, Unife, Camera di Commercio e il Forum del terzo settore, “Lavoro per Ferrara”, un percorso partecipato finalizzato alla sottoscrizione di un vero e proprio patto per il lavoro, per condividere azioni a sostegno delle imprese e del lavoro”.