Alla Fiera di Ferrara la Giornata Nazionale dell’Orgoglio Coldiretti
Degli 80 anni di Coldiretti si parlerà anche a Ferrara, nella Giornata Nazionale dell’Orgoglio Coldiretti, in programma nel padiglione 2 della Fiera di Ferrara martedì 30 aprile
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La notizia può apparire lontana dalla cronaca locale, ma sarà destinata a far sentire i propri effetti anche nella provincia estense: il cda di Veneto Banca ha di fatto azzerato il valore delle azioni dell’istituto di credito, portandolo da 40 euro a soli 10 centesimi.
Una vicenda connessa a Ferrara non solo per le numerose analogie tra le vicende dell’istituto veneto e di Carife (che si sono ritrovate a un passo dal dissesto in seguito a investimenti azzardati e due anni dopo aver chiesto importanti aumenti di capitale ai soci), ma soprattutto per l’incredibile mole di capitali persi nella provincia estense dopo l’azzeramento di Veneto Banca: ben 13,5 milioni di euro.
Una cifra record se confrontata con i territori limitrofi, che pure non resteranno indifferenti al crack di quello che, dagli anni ’90 a oggi, da piccolo istituto popolare di Asolo e Montebelluna si era trasformato nella decima più importante banca italiana, sbarcando addirittura in Romania, Croazia e Albania. Difficile però trovare territori colpiti quanto Ferrara: né Bologna, con i suoi circa 7,5 milioni di euro ‘bruciati’, né Modena che concentra 11,4 milioni di perdite nel capoluogo ma solo qualche decina di migliaia di euro nel resto della provincia, né Rovigo, che non supera i 13 milioni nonostante il rapporto ben più radicato con la banca veneta.
Più distanti le altre province: circa tre milioni di euro a Parma, 6,5 a Mantova, 8,5 milioni a Forlì e Cesena. Unica eccezione in regione è Reggio Emilia, con ben 37 milioni di euro persi, 34 dei quali concentrati nel piccolo comune di Quattro Castella.
Insomma: un ‘cataclisma’ economico da 2,8 miliardi di euro che colpisce tutta la penisola, ma in maniera difforme (perdite concentrate soprattutto nelle regioni industrializzate e lungo tutta la riviera adriatica fino alla Puglia) e con elevatissimi picchi destinati a lasciare il segno. In questo contesto è esemplare il dato di Comacchio: 5.672.399 euro persi. Una cifra non molto inferiore a quella del Comune di Bologna, città di ben altro livello demografico ed economico: 7.360.828 euro. La sola Ferrara registra invece ben 6.900.091 di perdite.
Numeri a parte, il dato più certo è che il nuovo azzeramento equivale a una vera mazzata per la fiducia dei risparmiatori italiani verso il sistema bancario, già fin troppo provata dal caso Montepaschi e dalle conseguenze sui risparmiatori del decreto ‘salva-banche’ dello scorso 22 novembre.
Un socio dell’Associazione Azionisti Veneto Banca, che chiede di restare anonimo, si sfoga con il nostro giornale: “Ho seguito bene la vicenda Carife e so che ora siamo tutti sulla stessa barca adesso, qui a Treviso e lì a Ferrara. Il rischio è che il sistema bancario vada incontro a un effetto domino, che ogni banca in crisi di liquidità ne trascini con sé un’altra. Ma il vero problema secondo me è politico: la politica in tutti i sensi, e di tutti i colori, non si è mai mossa in tempo per capire i guai all’interno del sistema bancario e alla fine ci si trova di fronte a scelte obbligate. Questa notte il cda è stato alzato fino alle tre di notte per recepire le indicazioni della Bce, questo è il problema. Nemmeno il mago Zurlì avrebbe potuto fare altro perché se la politica non fa nulla noi possiamo solo star fermi, abbiamo dei cda senza potere decisionale. E mentre la gente ha perso i risparmi e i tfr accumulati in una vita, gli speculatori sono in agguato”.
Speculatori che l’azionista di Veneto Banca identifica con il Fondo Atlante, che ora punta all’acquisizione del 51% delle azioni di Veneto Banca e della Popolare Vicenza: “Nessuno sa cosa succederà dopo che il fondo riunirà le due banche venete, rischiamo di trovarci con due o tremila impiegati senza lavoro. La Consob deve fare chiarezza sulle regole per l’acquisizione degli istituti di credito”. Solo con regole più chiare, precise e comprensibili, spiega il socio di Veneto Banca, i risparmiatori potranno recuperare la fiducia verso il sistema bancario, mai così incrinata come in questi anni.
Lo sanno fin troppo bene i risparmiatori ferraresi che oggi, dopo aver visto sparire in pochi anni i 217.213.868 euro di capitale sociale di Carife, si ritrovano anche con 13,5 milioni di euro di risparmi in meno a causa del crack della banca veneta.
Grafica a cura de La Stampa. La mappa è stata creata utilizzando l’elenco degli 87.502 azionisti di Veneto Banca con il numero di azioni di ciascun socio. Per ricavare la ricchezza perduta è stato calcolato il valore massimo raggiunto dalle azioni (40,75 euro) ed è stato sottratto il valore odierno delle azioni (10 centesimi).
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