“Zecca rossa” era il linguaggio con cui negli anni ’30 i fascisti definivano in modo dispregiativo i socialisti e i comunisti anticipando le rappresaglie nei confronti degli avversari politici. E questa metodologia fascista è la stessa utilizzata da Fratelli d’Italia Ferrara nel delirante attacco politico e personale alla segretaria del circolo di Ferrara di Rifondazione Comunista, Elisa Corridoni, a cui va tutta la nostra solidarietà.
Perché se l’episodio poteva essere derubricato al livello di una becera battuta in cui omofobia e retaggio fascista si fondono in un post degno del peggior Gasparri, ciò che è invece inaccettabile è che Spath e Barbieri, anziché scusarsi, abbiano rivendicato il diritto di insultare un avversario politico sul piano personale utilizzando, col pretesto dei marò, un linguaggio squadrista.
Perché l’impressione è che ai due dirigenti di Fratelli d’Italia Ferrara non interessino affatto le sorti dei due marò, ma interessi invece attaccare Elisa Corridoni in quanto avversario politico, nemico da perseguire sui social proprio come nel ventennio fascista si faceva nelle piazze. Perché la verità è che Elisa Corridoni non ha affatto offeso i marò, né incitato alla violenza nei confronti di nessuno. Elisa ha invece, giustamente, sbeffeggiato la ridicola proposta di Fratelli d’Italia Ferrara di chiamare l’esercito in zona GAD. Solo così si spiega il violento, diffamatorio e ripetuto attacco a Elisa Corridoni.
Chi fa politica e ricopre ruoli pubblici dovrebbe avere la capacità di misurare le proprie parole, perché le conseguenze della comunicazione pubblica possono essere molto pericolose, specie quando si ricorre a categorie politiche che ci richiamano agli anni più bui della storia del nostro paese. Ecco, Spath e Barbieri è evidente che questa capacità non ce l’hanno, e farebbero bene ad abbandonare la politica, per il bene degli altri ma soprattutto per se stessi.
Stefano Lugli, segretario PRC Emilia Romagna
Stefania Soriani, segretaria PRC Federazione di Ferrara