Politica
4 Aprile 2016
Il segretario regionale del Pd interviene per la prima volta in assemblea nazionale

Calvano: “Salvini e M5S sono come gli umarel”

di Redazione | 2 min

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12321458_1072587132762092_3807793590943683420_nElogio ai sindaci, simbolo di una politica che lavora, qualche parola sui referendum e un ironico (e molto emiliano) attacco a M5S e Matteo Salvini in vista delle elezioni.

La prima di Paolo Calvano, consigliere segretario regionale del Pd, all’assemblea nazionale del partito è piuttosto concitata. Non un discorso memorabile, ma i tempi strettissimi imposti da “Matteo” non hanno di certo aiutato, con il meglio riservato nelle parole di chiusura, quando Calvano ha parlato delle prossime elezioni amministrative: “Noi facciamo campagna elettorale parlando delle città, Salvini e il M5S la fanno parlando di noi. Sono come gli umarel, quelli che si mettono di fianco ai cantieri e guardano se vanno avanti. Noi siamo quelli che lavorano”.

Sempre in tema, Calvano ha elogiato il ruolo dei sindaci. “Ha ragione Renzi sul fatto che il nostro è una Paese che ha fame di vedere cose fatte. Se mettiamo insieme i politici di ogni genere, quelli che godono di maggiore credibilità sono i sindaci, perché fanno le cose, perché i cittadini li vedono e li possono intervistare, andare da loro e chiedere delle cose e vedere se nel giro di 5 anni vengono fatte e con il patto di stabilità potranno farlo ancora meglio”. Per questo la prossima tornata elettorale viene vista con particolare attenzione:  “In Emilia Romagna abbiamo 51 comuni che vanno al voto, 1 milione di cittadini chiamati alle urne. Non abbiamo tempo di pensare ora al congresso, abbiamo bisogno di vincere le amministrative. Abbiamo bisogno di continuare a governare i comuni dove c’è l’efficacia politica che ci consente di recuperare credibilità”.

Una parte dell’intervento Calvano l’ha dedicata a referendum, quello costituzionale del prossimo autunno e quello più vicino del 17 aprile sul rinnovo delle concessioni estrattive entro le 12 miglia marine dalla costa. Il segretario emiliano del Pd ha ricordato che l’Emilia Romagna non ha partecipato alla raccolta firme su spinta del presidente Stefano Bonaccini, preferendo premere sul Governo per modificare l’articolo 38 della legge di Stabilità, ottenendo risultati importanti: “Non c’è più il potere sostitutivo del governo sulle autonomie locali”, ha ricordato Calvano, anche per questo “per l’Emilia Romagna il referendum non è tanto inutile quanto residuale rispetto le cose che dovevano essere fatte”. Qualcosa c’è, ma Calvano la usa per sottolineare proprio la posizione avversa al referendum: “Noi abbiamo una piattaforma che vorremmo far chiudere ed è quella di Angela Angelina a un miglio dal Lido di Dante. Quella piattaforma chiude nel 2027 sia votando sì che votando no. Allora c’è solo una speranza: sedermi al tavolo con Eni, ma quel referendum è la condizione per Eni per non sedersi a quel tavolo, si ottiene l’effetto inverso”.

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