“Il 3 aprile partirà da Ferrara lo sforzo per far arrivare a Roma una immensa ondata di sdegno collettivo”. È insieme la promessa e la speranza di Marco Cappellari e Mirko Tarroni. Per raggiungere l’obiettivo i rappresentanti di Amici di Carife e Azzerati Carife chiamano a raccolta tutta la città, per riempire domenica 3 aprile il teatro comunale “Abbado”. Qui, a partire dalle 10, si terrà l’incontro ‘No ai risparmi azzerati per legge’, al quale parteciperà anche il viceministro dell’economia Enrico Morando.
Oltre al patrocinio di Asf e Comune di Ferrara, hanno già confermato l’adesione Vittime del Salva-Banche, Cna, Confartigianato, Ascom Confcommercio, Confagricoltura e Unindustria Ferrara. “E altre se ne aggiungeranno”, assicura Capellari, che chiede ai “cittadini traumatizzati dal decreto salvabanche di mobilitarsi: se c’è un problema piccolo la politica non si muove. Dobbiamo far capire che il problema è grosso, è enorme, tanto quanto una intera città”.
E in effetti la decapitazione dei risparmi di 28mila azionisti e 4mila obbligazionisti rischia di dare il colpo definitivo a un territorio già duramente provato da recenti crisi industriali. “A queste 32mila persone, gran parte dei quali normalissimi cittadini, quei soldi servono per curarsi, per sopravvivere, per assicurare un benché minimo futuro ai propri figli, per non chiudere l’attività. Per questo – prosegue Capellari – anziché impelagarci in lunghe e costose azioni legali, che magari possono venire anche successivamente, vogliamo chiedere direttamente al governo una soluzione”.
Per compiere la missione servono compagni di viaggio. “E poco importa in questo momento fare distinzioni o dietrologie”, precisa Capellari in riferimento alle polemiche sui membri dei passati cda della Carife che sedevano nelle varie associazioni di categoria. “Avere propri componenti negli istituti di credito territoriali è una cosa che avviene ovunque, non ci interessa. Ci importa il fatto che con loro le associazioni porteranno le preoccupazioni di migliaia di imprenditori e artigiani che, se gli togli, 10, 20, 30mila euro sono costretti a chiudere”.
“Noi dobbiamo guardare avanti – aggiunge Tarroni -. Questa è una partita da andare a giocare a Roma, non a Ferrara. Non è il momento di divisioni interne e soprattutto dobbiamo tener presente che lse non coinvolgiamo le istituzioni del territorio, il singolo finirà per rimanersene in casa, da solo, preda di vergogna e schiacciato dal sentimento di essere stato tradito. Sarà eventualmente la magistratura a chiarire le situazioni di questi anni. Ma quella è un’altra partita. L’impoirtante è che non finiscano per pagare i risparmiatori che non hanno alcuna colpa per quanto successo”.
D’altronde “siamo impelagati dal 2009, è sbagliato fotografare la situazione al 22 novembre dell’anno scorso senza considerare chi e cosa ci hanno portato in questo vicolo cieco. Abbiamo avuto Bankitalia per sei anni: 4 come vigilanza e 2 di amministrazione controllata. Nel 2013 c’erano più di 300 milioni di euro di patrimonio, dopo due anni di amministrazione straordinaria, al 30 luglio 2015, ne erano rimasti 11. Non si può chiedere ai risparmiatori di rispondere di questa serie di eventi nefasti. Solo in Italia il bail in ha avuto queste conseguenze”.
“Anche perché – interviene Tarroni – tra il rischio assunto al momento del’acquisto di una obbligazione e il momento in cui è stata azzerata è cambiato il mondo, grazie a un decreto calato dall’alto. Ai risparmiatori hanno sostituito il paracadute con lo zainetto invicta e poi li hanno buttati giù dall’aereo”.
Ecco allora la soluzione, l’unica possibile secondo “Amici” e “Azzerati”: “risarcire obbligazionsiti e azionisti fino all’ultimo centesimo. Possiamo transigere su modalità e tempistiche, ma i risparmiatori non devono pagare le colpe di altri”. Per ottenerla, “serve un messaggio forte – conclude Tarroni -, ll’intera comunità deve essere presente in teatro, per dire tutta insieme e unita al governo «hai sbagliato, ora devi rimediare»”.
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 20 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.
OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:
Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com