Eventi e cultura
20 Febbraio 2016
Lo scrittore alla Feltrinelli parla del suo libro e di come il vero giornalismo d'inchiesta si trovi nei romanzi di fantasia

Massimo Carlotto: “Le verità sui misteri italiani le trovi nei noir”

di Redazione | 2 min

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carlotto 1di Anja Rossi

Il noir? È il nuovo romanzo d’inchiesta, per poter scrivere la verità. Parola di Carlotto, che giovedì sera era a Ferrara a presentare il libro “Per tutto l’oro del mondo. Il nuovo caso per l’Alligatore” alla libreria Feltrinelli di via Garibaldi. Massimo Carlotto è uno scrittore, drammaturgo e sceneggiatore italiano. Originario di Padova, tra gli anni ’70 e ’90 fu protagonista di un controverso caso giudiziario di cronaca nera, che ne ha segnato profondamente anche la scrittura.

Giovedì, alla Feltrinelli, ha parlato del giornalismo di un tempo e di quello attuale, delle ‘non’ inchieste italiane e di quelle invece che ancora si fanno, ma solo all’estero. Si è parlato delle cose che si possono ancora dire in Italia e quelle che “è meglio farle diventare un romanzo di fantasia, per poter dire la verità”.

Se le inchieste oggi, per un giornalista, portano solo a delle querele, “la Gabanelli per il suo programma Report ne riceve quattro di media a puntata”, meglio scegliere un’altra professione e scrivere romanzi noir, che diventano “il miglior modo per radiografare la realtà”. Secondo lo scrittore, infatti, c’è da fare innanzitutto un ragionamento sul giornalismo d’inchiesta. “Dal caso Cederna in poi, dove l’Espresso perse la causa e un sacco di soldi, la diffamazione è usata per zittire i giornalisti”. Da allora, secondo lo scrittore “si ricorda solo la memoria di quello che è successo. Se ti racconto solo di Provenzano, allora vuol dire che quel crimine da allora non si è più ripetuto, che la mafia non esiste più quando invece esiste eccome e l’Italia è al quarto posto al mondo per riciclaggio. Ma questo accade in Italia, non è così altrove. Qui c’è un rapporto perverso con la verità”.

carlotto 2Questo è secondo Massimo Carlotto il punto della situazione. “Dalle stragi di Ustica in poi, negli anni ci hanno voluto trasmettere il messaggio che la verità non esiste. Ma i lettori hanno capito il meccanismo, mentre gli scrittori hanno iniziato a prendere spunti dall’inchiesta per i loro romanzi di fantasia”. Questo dato ha reso possibile lo sviluppo di due fenomeni. “Da un lato, i lettori ci bombardano di richieste, perché il loro desiderio è di verità e di denuncia, mi chiamano spesso per raccontarmi un fatto di cronaca e mi dicono: “vieni qui a raccontarlo”. Dall’altro, questo è l’unico Paese dove gli appartenenti alle forze dell’ordine e della magistratura scrivono libri noir. E i libri noir, ripeto, parlano di verità”.

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