Eventi e cultura
11 Febbraio 2016
Il professor Caracciolo parla di “Peter Pan: il ragazzo che non è mai cresciuto”

La metafora di Peter Pan nelle anatomie della mente

di Redazione | 3 min

Stefano CaraccioloGiovedì 11 febbraio alle ore 16.30 nella cornice della Sala Agnelli e del Teatro Anatomico della Biblioteca Ariostea (via Scienze, 17), si terrà il terzo appuntamento del ciclo di Anatomie della Mente, le conferenze dei Giovedì di Psicologia a cura di Stefano Caracciolo, Ordinario di Psicologia Clinica dell’Università di Ferrara, giunto quest’anno all’ottava edizione e con accesso libero e gratuito per tutta la città.

“Peter Pan: il ragazzo che non è mai cresciuto”. E’ questo il titolo della conferenza che sarà tenuta da Stefano Caracciolo, che esporrà uno studio psicobiografico su James Matthew Barrie.

Ed è lo stesso Caracciolo ad offrire un’anticipazione: “James Matthew Barrie (1860 – 1937) nacque in un piccolo centro manifatturiero in Scozia, Kirriemuir, nono di dieci figli. All’età di sei anni il fratello maggiore morì tragicamente in un incidente pattinando sul ghiaccio. Tutta la sua opera ruota intorno alla drammatica vicenda che la madre non riuscì mai a superare, tanto da indurre il piccolo James a vestirsi come il fratello perduto ed a imitare la sua voce per consolarla, e ruota intorno ad un personaggio fantastico: Peter Pan. Peter Pan non è il ‘ragazzo che non vuole crescere’, come erroneamente tramandato dalla cattiva traduzione italiana (in originale appunto: ‘il ragazzo che non è mai cresciuto’) e come inteso nella cosiddetta ‘Sindrome di Peter Pan’, termine coniato dallo psicologo Dan Kiley nel 1983. Incidentalmente tale sindrome come disturbo clinico non esiste e non è riconosciuta in nessuna delle Classificazioni dei Disturbi Mentali in uso in Psichiatria. Un altro equivoco nasce dalla traduzione italiana del ‘Paese che non c’è’, in originale Neverland, che potremmo meglio rendere come ‘Paese del Mai’. Quindi Peter Pan è il ragazzo che non è mai cresciuto e vive nel Paese del Mai. Così intesa, come originariamente formulata da Barrie nel suo lavoro teatrale del 1904 e poi nel romanzo ‘Peter e Wendy’ del 1911, la questione è quindi ben diversa dal non voler crescere. Perché dunque J.M.Barrie elabora questa storia? Da dove nasce il personaggio Peter Pan e cosa significa? Dalla sua dolorosa storia familiare? E quali bambini vengono presi come fonte di ispirazione per i ragazzi perduti (Lost Boys) che popolano l’isola che non c’è? E perché lo scrittore ha lasciato in eredità i diritti di copyright delle sue vendutissime storie all’Ospedale Pediatrico di Ormond Street di Londra? Quali vicende della sua vita sono collegate a questo personaggio, a quelli di Wendy, Capitan Uncino e tutti gli altri resi famosi dal film di Walt Disney? Perché la famosa pop-star Michael Jackson, vissuto e deceduto in modo assai controverso, ha dichiarato ‘Nel mio cuore io sono Peter Pan’ e ha chiamato ‘Neverland’ la sua faraonica tenuta con parco giochi in California? Tenteremo di rispondere a questi interrogativi in una prospettiva psicologica e psicobiografica”.

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