Pni 2025: Legacoop Estense e Indicoo premiano l’innovazione che nasce dalla ricerca
Legacoop Estense e Coopfond, attraverso Indicoo, saranno tra i protagonisti del Premio Nazionale per l’Innovazione 2025 (Pni)
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La presentazione del Report 2025 sull’Economia del Mare in Emilia-Romagna ha riunito a Ravenna rappresentanti del mondo produttivo e del sistema camerale
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“Me lo aspettavo. Mi aspettavo che andassero fino in fondo, perché fin dal giorno della sospensione la volontà era quella”. Commenta così a Estense.com Luca Fiorini il licenziamento comunicato via lettera da LyondellBasell. E ribadisce quanto già sostenuto dai tre sindacati confederali in merito al motivo del provvedimento: “un segnale, un segnale chiaro di come da ora in avanti dovranno essere i rapporti tra azienda e sindacati e tra azienda e dipendenti”.
E tutto viene ricondotto alla trattativa, dura, tesissima, sul reintegro delle due lavoratrice licenziate improvvisamente il 10 dicembre. “Licenziamenti ingiusti anche quelli, decisi senza ragione, senza rispetto per la condizione umana e lavorativa delle colleghe. Grazie alla mobilitazione del sindacato Basell è ritornata sui suoi passi, anche perché c’erano posti di lavoro sostitutivi disponibili”.
Proprio durante la discussione su quella vertenza, lo scorso 17 dicembre, sarebbe scoppiato il casus belli. Nel confronto sull’accordo integrativo aziendale la rsu chiedeva di far rientrare il tema delle possibili chiusure di posizione di lavoro, traducendolo in conseguente norma contrattuale. “La direzione insisteva sulla prevalenza della propria discrezionalità nell’ipotesi di proporre posti di lavoro sostitutivi. Per me è un dovere etico offrire posti di lavoro se il lavoro c’è”. Poi la tensione è salita, fino a scoppiare.
“Una dirigente ha alzato la voce e ci ha accusati di essere inaffidabili e poco seri, che li costringevamo a far rivedere ogni volta i testi degli accordi dal loro ufficio legale. Io ho risposto che gli inaffidabili sono loro che hanno licenziato e riassunto due persone senza che se ne capisca il motivo. È una mancanza di rispetto per le persone”. Nel dire quella frase, condita – sembrerebbe a leggere la lettera che il 21 dicembre Fiorini scrisse alla società (“ritengo certamente di dovermi scusare per le mie espressioni irriguardose a sfondo religioso, se hanno offeso la sensibilità di qualcuno tra i presenti”) – da una bestemmia, il delegato sindacale è scattato in piedi mentre parlava a una dirigente responsabile delle risorse umane. Un collega di quest’ultima si è posto davanti e “io, trovandomelo di fronte, ho appoggiato una mano sulla sua spalla”.
A quel punto “sembrava fosse esplosa una bomba a mano, hanno dichiarato sospesa la riunione ed è partito l’iter per il provvedimento disciplinare . Ma io non ho insultato, né minacciato, né aggredito nessuno nonostante sia stato dipinto come un pericoloso pazzo sociale”.
Lo stesso concetto Fiorini l’ha espresso, invano, nella lettera di risposta alle contestazioni disciplinari: “nego di aver spinto e strattonato il dottor Gaudenzi sulla cui spalla mi sono limitato ad appoggiare una mano: ritengo che si siano volutamente enfatizzate le conseguenze di quel gesto – anche per evidenti implicite condizioni costitutive – essendo improbabile che una persona alta e massiccia possa perdere l’equilibrio per un lieve contatto da parte di una persona alta 1,67 del peso di 58 kg…”.
Intanto Fiorini annuncia che impugnerà il licenziamento, anche perché “il mio caso rischia di essere un precedente, un precedente inquietante”.
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