Il recepimento da parte del Governo della normativa europea sul salvataggio delle banche in crisi è vicino – avverrà probabilmente entro venerdì – ma l’ok da Bruxelles è tutt’altro che una certezza.
Per questo il Fondo interbancario di tutela dei depositi sta portando avanti un ‘piano B’, che in sé non è una novità dell’ultim’ora ma che, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, ha avuto un rilancio nella giornata di mercoledì. Il consiglio del Fondo avrebbe infatti confermato l’intenzione di intenzione di costituire, all’interno della società, una sezione apposita di contribuzione volontaria – il cosiddetto “veicolo” – con appositi e separati organi per la gestione. In questo modo il Fondo sarebbe in grado – anche se non dovesse arrivare l’ok europeo per la strada maestra – di salvare le banche in crisi – Carife, Banca Marche, Popolare dell’Etruria e Cassa di Chieti – con il piano da 2 miliardi di euro, senza incorrere nella contestazione degli “aiuti di Stato”.
Con i contributi volontari, infatti, il Fondo potrebbe procedere ai salvataggi con più autonomia, ma la procedura rimane tutt’altro che semplice e rapida, anche se l’intento è quello di fare in fretta, prima del 1° gennaio 2016, quando scatterà la normativa del bail-in.