Il ministro Dario Franceschini ha completato le nomine dei direttori dei siti d’arte e storici presenti in regione. Per Pomposa e per il Museo archeologico nazionale di Ferrara è stata scelta l’archeologa Paola Desantis, che prenderà così il posto di Caterina Cornelio.
Alla De Santis il compito di portare avanti il lavoro della Cornelio che è stata in grado, negli anni, di restituire attrattività al museo, ma per lei non sarà un ingresso in un territorio sconosciuto: oltre a varie collaborazioni anche recenti, dal 1985 al 2000 ha operato presso il museo di Ferrara occupandosi della tutela del settore occidentale del territorio della provincia e collaborando attivamente con la direzione relativamente alle problematiche scientifiche, espositive e didattiche della città di Spina. Dal 2001 è stata inoltre direttrice del museo nazionale etrusco di Marzabotto e dell’area Archeologica dell’antica città e dell’area archeologica corrispondente alla città romana di Claterna.
Nuova nomina anche per Casa Romei a Ferrara, la cui direzione – insieme a quella del Castello di Canossa – sarà affidata all’architetto Michele Castelli.
Con le ultime nomine si completa la ‘riforma Franceschini’ che ha selezionato, tra il personale interno del ministero, 114 persone tra funzionari storici dell’arte, architetti e archeologi. I nuovi nominati entreranno dal 5 novembre nel pieno delle loro funzioni per guidare queste nuove realtà chiamate a dotarsi di un proprio statuto e adottare una contabilità certa e trasparente. In particolare, si tratta di 48 storici dell’arte (42% del totale degli incaricati), 36 archeologi (31,5%) e 30 architetti (26,5%). La gestione sarà divisa in aree funzionali, con un responsabile per le collezioni, lo studio, la ricerca e la didattica, il marketing, il fundraising, l’amministrazione e la sicurezza.
“Finalmente il nostro Paese – dichiara il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini – si è dotato di un sistema museale statale moderno e dinamico. I musei non sono più meri uffici delle Soprintendenze ma, come avviene in tutto il mondo, realtà a sé stanti, capaci di gestire programmazione e risorse. Un deciso salto in avanti verso la piena valorizzazione del patrimonio culturale nazionale”.