Politica
19 Settembre 2015
Dopo le contestazioni alla Giannini la festa Pd riprende con Fresu

La musica risolleva la “buona scuola”

di Redazione | 3 min

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unnamed (7)di Francesco Altavilla

La quiete dopo la tempesta. Il clima alla festa de l’Unità del centro cittadino, che ospita al suo interno la festa nazionale de l’Unità sulla scuola, può essere descritto così. Il giorno dopo le contestazioni al ministro Giannini, mentre sui social network vanno via via quietandosi le polemiche, in piazzetta San Nicolò si è parlato di scuola, di musica, di cultura e di materie umanistiche nel sistema scolastico prefigurato dalla legge 107, la cosiddetta “Buona Scuola”.

Una discussione che può essere riassunta nella frase iconica riportata da Roberto Neulichedl: “perchè la musica a scuola? Perchè fa bene alla democrazia”.

Ha introdotto il dibattito il segretario del circolo Pd centro cittadino Davide Nanni: “dopo la spiacevole situazione di ieri possiamo tornare a parlare nel merito della riforma”. Gli ha fatto eco Sabrina Cherubini, della segreteria provinciale del partito Democratico. Introducendo la senatrice Elena Ferrara, Paolo Fresu e Paolo Biagini, la responsabile del settore lavoro del Pd provinciale ha aperto sottolineando “il valore che la creazione di cultura umanistica e artistica di base, può avere, per far apprezzare e dar valore, non solo economico, al patrimonio artistico del ‘bel paese’”.

Secondo la senatrice Ferrara, la legge 107, così come la “delega cultura umanistica”, sono “un importante punto di arrivo e di partenza”, prosegue la senatrice democratica, “è fondamentale che si parli a tutto tondo di arte e musica nella formazione, c’è tanto da fare e molto su cui crescere”. Un percorso, di cui la Ferrara ha tracciato rapidamente il sentiero: dalla scomparsa del maestro Claudio Abbado, al decreto legislativo 1365, a seguito dell’appello dell’architetto Renzo Piano. Un percorso che “ha via via preso forza grazie anche all’impegno del premier Renzi”, dopo quella che è stata definita come una “crisi di attenzione” su tutti i temi legati all’arte, la musica e le materie umanistiche. La senatrice si aspetta dalla legge 107 che “renda più coerente un universo fatto di realtà molto diverse, cui attingere per replicare le buone pratiche esistenti”. Nella convinzione che la musica in particolare, ma tutte le espressioni artistiche siano “un elemento fondante e fondamentale per formare cittadini consapevoli e felici”.

Secondo Paolo Fresu, jazzista sardo di fama internazionale, la musica è un modo di “rispondere alle difficoltà del quotidiano”, un “linguaggio creativo fondato sulla crescita dell’individuo, fatto di emozioni prima ancora che di note”. A Fresu è stato chiesto da Stefania Cherubini come è possibile vivere di musica. “Non è semplice” ha risposto il trombettista, “manca in Italia la voglia di seminare, innaffiare e curare i giovani artisti”. Ricordando le differenzi condizioni previdenziali esistenti per i lavoratori dello spettacolo, ad esempio in Francia, Fresu ha però specificato che certe forme di tutela, a suo parere “smorzano un po’ lo slancio creativo, che negli artisti italiani è molto forte”. Tuttavia, tra un estremo e l’altro, secondo il musicista, “si può trovare un giusto compromesso”.

Paolo Biagini, direttore del Conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara, nonché strumentista d’orchestra, ha riportato alla mente dei presenti al dibattito, la “lunga storia di ridimensionamenti, tagli ed incertezze” che ha caratterizzato i trascorsi recenti di quei musicisti usualmente considerati più tutelati: gli orchestrali ed il settore delle arti nel suo complesso. Un atteggiamento diffuso, secondo Biagini, che riferendosi al recente passato ha sostenuto che “la cultura veniva spesso definita il nostro ‘petrolio’ e poi sistematicamente penalizzata”. Il direttore del Conservatorio di Ferrara ha detto di nutrire buoni auspici rispetto agli effetti della legge 107 recentemente approvata. Un mezzo, a suo parere, per valorizzare un patrimonio “per cui siamo noti nel mondo e per cui moltissimi studenti di musica decidono di trasferirsi in Italia per formarsi”.

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