“Bob Patel e Massimo Covezzi, dopo i miliardi agli azionisti date un po’ di futuro ai lavoratori”. La Filctem-Cgil interviene dopo la visita allo stabilimento Basell da parte del Ceo dell’azienda, chiedendo che ora gli investimenti si facciano anche a Ferrara.
“Dalla nascita di LyondellBasell, la gestione della società si è sempre caratterizzata per la riduzione dei costi, per l’allocazione degli investimenti unicamente in Nord America e per una ampia distribuzione di profitti agli azionisti – afferma il sindacato -. Questa impostazione si è tradotta in Italia nella chiusura di Terni e nella ristrutturazione del Centro Ricerche di Ferrara, a sostegno dell’idea che, durante la crisi, il ‘mercato’ non è in grado di assorbire una capacità innovativa su settori di prodotti maturi, come quelli che caratterizzano Basell. La ristrutturazione del Centro Ricerche, unitamente al ridimensionamento di strutture ‘corporate’ di supporto (Finace, IP, etc), ha prodotto tutta una serie di danni organizzativi, assett di ricerca fermi, budget ridotti, centralizzazione delle decisioni, svuotamento di anni di relazioni importanti, togliendo autonomia organizzativa e responsabilità ai manager della ricerca a Ferrara e determinando incertezze sulla prospettiva che tutt’ora perdurano. L’entusiasmo del management per la visita del Ceo LyondellBasell a Ferrara – chiede con malizia il sindacato -, è la conferma della buona ricerca fatta a Ferrara e dei buoni risultati realizzati nella produzione di catalizzatori e polimeri?”
La Filctem si augura che “gli eventuali investimenti – fatti comunque sempre fuori dall’Europa – valorizzino il lavoro prodotto a Ferrara, traducendosi in un rilancio, dopo la grande riduzione realizzata negli ultimi anni, del Centro Ricerche Natta. Ci auguriamo anche – prosegue il sindacato – che sia l’occasione per dedicare una linea pilota R&D ai processi oggetto dell’investimento, per investire sulla costruzione di un know-how complessivo sui materiali, paragonabile a quanto realizzato nel polipropilene, attraverso una valorizzazione ed un recupero di quelle professionalità che la ristrutturazione ha sacrificato, liberando così posti di lavoro per nuove assunzioni, a partire da coloro che in questi ultimi sette anni hanno garantito, con reiterati contratti a tempo determinato, l’operatività delle strutture”.
La Filctem vorrebbe “che si possa tornare a disporre di un budget della ricerca, non necessariamente riconducibile a problemi di assistenza a impianti o tecnologie in giro per il mondo, restituendo autonomia alle strutture perché cosi si può davvero lavorare per la prospettiva”. Poi va sullo specifico: “Sui catalizzatori crediamo necessario rivampare l’area produttiva, per prepararsi strutturalmente ai potenziali nuovi “clienti” , facilitando con investimenti, le potenzialità produttive e l’esplorazione dei supporti. E poi vanno ricercate scelte industriali che, nell’Europa in cui si fanno profitti nei segmenti produttivi presidiati da Basell, rafforzino strutturalmente il “fare industria” anche nel nostro Paese. Per cogliere pienamente le opportunità legate al prezzo delle materie prime auspichiamo un protagonismo che una impresa come Basell può esercitare rispetto agli elementi di criticità derivanti dalla decisione Eni di dismettere il Cracking di porto Marghera”.
In Europa, osserva ancora il sindacato, gli impianti Basell sono integrati a monte con impianti analoghi a quello di Venezia, anche a Brindisi è cosi. Per questo, per evitare un indebolimento strategico degli impianti produttivi di polimeri di Ferrara, “crediamo sarebbe utile abbandonare il basso profilo (o il silenzio) finora adottato da Basell su questo tema, per affrontare un dato di criticità che tutti i tecnici ed operai che lavorano, colgono al volo. Basell può esprimere un peso nella vertenza soprattutto nel momento in cui grazie alla iniziativa sindacale, si sta provando ad attivare una fronte istituzionale con Comune Regione, Ministero Sviluppo Economico, per ricercare, tra le altre cose, di modificare una decisione adottata da Eni su porto Marghera, in uno scenario che sta producendo risultati straordinari in termini economici a chi opera nella trasformazione di prodotti energetici in materie plastiche, come confermano i risultati Basell degli ultimi tre trimestri e degli altri operatori del settore”.