Per il quinto anno consecutivo i professori e i ricercatori universitari subiranno il blocco degli scatti stipendiali ed è per questo che hanno deciso di “invadere” pacificamente i rettorati degli atenei il 25 giugno alle ore 12 e di inviare al rettore di ciascun ateneo una delegazione che chieda di sostenere le loro richieste.
L’iniziativa si terrà anche a Ferrara e la delegazione che si sta formando in questi giorni consegnerà al rettore una lettera con il dettaglio delle richieste, molto semplici: lo sblocco a partire dal 1° gennaio di quest’anno degli scatti stipendiali e che il quadriennio 2011-2014 sia riconosciuto ai fini giuridici, ma con conseguenti effetti economici solo a partire dallo sblocco degli scatti del 1° gennaio 2015.
In sostanza professori e ricercatori non chiedono nessuna restituzione per il quadriennio 2011-2014, anche per spirito di solidarietà nei riguardi di tutto il pubblico impiego che in tale quadriennio è stato sacrificato insieme a loro.”Ci limitiamo a sottolineare – spiega il professore Paolo Trovato a nome della delegazione – che, mentre la qualità dei nostri laureati è molto apprezzata all’estero (con conseguente “fuga dei cervelli”), con questo ennesimo blocco la Docenza universitaria italiana viene demotivata e mortificata. Una classe docente demotivata e mortificata non è certamente utile per il progresso dell’Università. A fronte anche dall’insostenibile burocratizzazione di ogni attività (anche questa è una questione molto sentita) e dell’azzeramento dei fondi per la ricerca, occorre infondere un minimo di fiducia e speranza, di apprezzamento per il lavoro svolto dalla Docenza; altrimenti la qualità dell’Università subirà un declino inevitabile”.
Ad aderire all’iniziativa, che va “contro una tradizione che vede gli accademici poco sindacalizzati e fatalisti”, circa un terzo dei docenti universitari italiani, 18.000 tra professori e ricercatori.