Eventi e cultura
14 Maggio 2015
Ecco le rappresentazioni di sabato delle contrade in piazza Castello. Iniziative anche venerdì e domenica

Weekend rinascimentale con Corteo Storico e Giuramento

di Redazione | 9 min

giuramento 2014 4In Italia la Storia ha lasciato delle tracce che spaziano dalla Letteratura all’Arte fino all’Urbanistica: a Ferrara la Storia del Rinascimento è architettura, gastronomia, sport e spettacolo. Grazie agli eventi del Palio di Ferrara, nel mese di maggio la città di Ferrara diventa uno splendido palcoscenico di cortei in costume storico, di gare di sbandieratori, cerimonie religiose in costume, cene e gare di popolo, a rievocare la cultura del Rinascimento che trovò in questo capoluogo dell’Emilia Romagna un’altissima realizzazione.

Dal 15 al 17 maggio il centro storico di Ferrara, Città Patrimonio Unesco dal 1995, sarà animato da eventi e manifestazioni che riconducono al miglior Rinascimento italiano. Il Giardino delle Duchesse ospiterà in mercato storico, la cui apertura ufficiale è programmata per venerdì 15 alle ore 17.

Nella sera di sabato 16 maggio l’antica via degli Angeli, oggi Corso Ercole I d’Este, verrà illuminata dalle fiaccole per il passaggio del Corteo Storico, che vedrà sfilare dame, cavalieri, cortigiane, armigeri, musici, armati, sbandieratori, prelati – circa 2.000 figuranti delle otto Contrade del Palio e della Corte Ducale – fino al Castello Estense. Qui verranno messi in scena gli “Spettacoli per il Duca”, originali pièce che si rifanno alla tradizione del Teatro antico e della Danza rinascimentale. Questo l’ordine di sfilata e di ingresso in piazza Castello: la Corte Ducale, Rione San Paolo, Rione San Benedetto, Borgo San Giovanni, Borgo San Giorgio, Rione Santa Maria in Vado, Borgo San Luca, Borgo San Giacomo e Rione Santo Spirito.

Lungo il percorso e in piazza Castello sono previsti due gruppi di giurati, per il Premio Nives Casati (corteo storico) e per il Premio Visentini (spettacoli a corte). E’ previsto poi un Premio Giuria Popolare, gli spettatori voteranno la contrada della quale hanno preferito lo spettacolo.

giuramento 4L’importanza del Palio di Ferrara fa sì che le diverse anime della città dialoghino per la creazione di un comune percorso che porti alla valorizzazione del suo intero patrimonio culturale. Per questa ragione, nelle giornate del weekend rinascimentale, il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara – Palazzo Costabili, propone ai visitatori e ai cittadini un percorso di visita speciale che presterà attenzione principalmente all’architettura e agli affreschi cinquecenteschi, con rimandi al periodo storico in cui si colloca l’edificazione di Palazzo Costabili (anche detto di Ludovico il Moro). Ad accompagnare il pubblico due archeologhe del progetto MiBact “1000 giovani per la cultura”, che porteranno i visitatori alla scoperta di scorci inediti della storia della città.

Al Museo Archeologico le visite guidate gratuite, ingresso € 5, saranno sabato 16 e domenica 17 alle ore 11 e alle 15. Per info e prenotazioni è necessario rivolgersi Al Museo Archeologico Nazionale, via XX Settembre 122, tel. 0532 66299.

Inoltre, domenica pomeriggio alle ore 17, a latere degli eventi proposti dall’Ente Palio, si terrà in piazza Municipale una “Partita a Scacchi Artistici”, giocata con pezzi-scultura realizzati dall’ artista ferrarese Mirella Guidetti. La manifestazione è organizzata dai Lions Ferrara con la collaborazione del Comune di Ferrara e della Corte Ducale.

Ecco di seguito una sintesi degli spettacoli che le otto contrade e la Corte Ducale proporranno sabato 16 maggio in piazza Castello.

CORTE DUCALE Borso duca di Ferrara per puncto d’Astrologia

Ferrara nel Rinascimento era uno dei maggiori centri culturali europei, sia per lo Studio sia per il grande scambio intellettuale che vi era con i numerosi eruditi che il duca Borso invitava a Corte. I temi approfonditi erano una commistione di sacro e profano ed in particolare lo era l’astrologia, presa in grande considerazione dal Duca ed orientata alla mappatura della volta celeste, ma anche sfruttata politicamente e strategicamente per i suoi pronostici. Il 18 maggio 1471, Borso nominato duca di Ferrara da appena più di un mese, torna da Roma. Al suo ingresso in Ferrara, lo attende la nuova decorazione del salone dei mesi di Palazzo Schifanoia, che riflette la configurazione del cielo del medesimo giorno di 19 anni prima, giorno in cui Federico III investe Borso del titolo di duca di Modena e Reggio Emilia. E’ proprio in questa data cardine per il Duca e Ferrara tutta, che una dama di corte legge nelle stelle il destino del Principe e della Città.

RIONE SAN PAOLO – La vendetta di Achille

Il Rione San Paolo, in occasione della cerimonia di iscrizione dei campioni alle corse del Palio, presenterà, attraverso la voce narrante di Costanza da Varano, raffinata latinista e rimatrice del XV secolo, un famoso estratto dell’Iliade: la morte di Ettore per mano del Pelide Achille. Achille, ritiratosi dalle fatiche belliche contro i troiani a causa di una violenta lite con Agamennone, trovò il corpo di Patroclo privo di vita per mano di Ettore. Il Pelide, accecato dall’ira e mosso da un ardente desiderio di rivalsa, si diresse verso le mura di Troia per vendicare l’amico ucciso. Ettore avrebbe atteso il nemico dinanzi alle porte scee, ma sapendo di rischiare la morte, fuggì dal semidio intenzionato ad ucciderlo senza alcuna pietà: fu la Dea Atena, apparendogli davanti, che lo convinse ad affrontare Achille. Cominciò così l’ultimo drammatico duello da cui dipese il destino dei due popoli.

RIONE SAN BENDETTO – Nella palude di Stige

Il “Sacro Poema”. La Comedia di messere Dante Alighieri, circolante in codici dalle mille varianti e in nuove edizioni a stampa, continua a riscuotere interesse, fortuna e ammirazione anche nel secolo XV. A Ferrara, nel 1459, c’è chi racconta il poema al popolo, esortando il signore Borso e i suoi sudditi allo studio del testo dantesco. Il Rione del Diamante accoglie l’invito e offre alle piazze una ricostruzione scenica infernale. Prima Cantica. Una barca s’aggira per il quinto cerchio, verso le mura del regno dei dannati. Seguendo le tracce del poeta, prende forma uno spettacolo popolare di piazza in cui rivivono, si incontrano, battibeccano fra loro, personaggi ormai distanti nel tempo, ma riproposti al pubblico secondo i dettami della nuova nascente sensibilità “rinascimentale”.

BORGO SAN GIOVANNI – Come il cielo, così in terra

Ariosto segue una consuetudinaria scena di corte, frustrato dal disprezzo per quella gente e dall’assenza di ispirazione che non gli permette di scrivere la vicenda di Ruggero e Bradamante, odiato elemento encomiastico destinato al Cardinale. La furia lo porta a scagliarsi contro i Signori, ma una coppia di sconosciuti lo blocca nel momento cruciale; egli si allontana inoltrandosi nel centro di Ferrara, dove tra esaltazione per il popolo e invettive rivolte alla corte, assiste all’apparizione del padre defunto: l’angelo lo esorta ad essere artefice della sua speranza, la sola cosa che la natura umana possa controllare. Il dialogo illumina Ariosto, e nella sua mente i due eroi prendono forma; ai loro movimenti, controllati da Fato e Amore, i due sconosciuti presenti dall’inizio, si aggiungono anche quelli di nobili e popolani, uniti dalla stessa sorte.

BORGO SAN GIORGIO – L’assassinio di Tommaso da Tortona

La Contrada di San Giorgio vuole rappresentare l’antefatto, sanguinoso, della costruzione del Castello Estense. Nel maggio 1385 la popolazione di Ferrara, stremata da alluvioni, carestie e sempre nuove tasse imposte dai marchesi estensi, fece una tumultuosa protesta sotto le finestre del Palazzo Comunale, esigendo la consegna prima dei libri contabili degli esattori, poi dello stesso Giudice dei Savi, Tommaso da Tortona. Costui fu sacrificato: il popolo ne fece scempio, e pezzi del suo cadavere vennero bruciati, altri – si dice- addirittura mangiati dal popolo inferocito. Salvata la vita, Niccolò II, poco dopo, decise di costruirsi un castello, partendo dalla preesistente Torre dei Leoni. Era il 29 settembre 1385, giorno di San Michele, quando fu posata la prima pietra.

RIONE SANTA MARIA IN VADO – Borso e la sua età dell’oro: “El triumpho de Bacco” nella Ferrara estense 

La rappresentazione trae ispirazione da alcune evocazioni letterarie contenute nei componimenti pastorali che Matteo Maria Boiardo e Gaspare Tribraco dedicarono alla mitica Età dell’oro di Borso d’Este, corrispondente all’ultimo decennio della sua signoria. Ferrara – con la sua pace edenica – diventa l’ideale isola felice per alcune divinità, qui trasmigrate dalle terre elleniche dopo la drammatica occupazione turca seguita alla caduta di Costantinopoli, nel 1453. Piazza Castello si tramuterà quindi in scenario arcadico, animato dalle danze di ninfe boschive e baccanti, inseguite dal dio dei pastori, Pan, cui spetterà il compito di redimere l’animo tormentato di Arianna, vilmente abbandonata dall’amato Teseo. La giovane figlia di Minosse, infatti, non deve temere per il proprio destino, poiché sta per entrare trionfante il divino Bacco, colui che nell’adorarla infinitamente le donerà un diadema d’oro, poi elevato in cielo in forma di costellazione: la Corona d’Arianna.

BORGO SAN LUCA – Il buffone di corte

Borgo San Luca mette in scena uno degli scherzi più famosi del buffone tanto amato da Niccolo’ e Borso, che ha come protagonista l’impareggiabile Gonnella, personaggio famoso per le sue burle e le sue facezie. L’episodio narrato è ambientato alla Corte del Marchese Niccolo’ III, padre del Duca Borso e farà rivivere a quest’ultimo, uno dei momenti più ilari alla Corte Estense. A fare le spese dell’arguzia del Gonnella è, in questa occasione, la Marchesa Gigliola, cui viene fatto credere che Monna Checca (moglie del buffone di Corte) sia sorda. La scoperta della beffa scatena l’ira della Marchesa, ma anche stavolta Gonnella riuscirà a cavarsela.

BORGO SAN GIACOMO – Le muse a corte

Nel 1447 Leonello d’Este maturò l’intenzione di allestire uno studiolo per Belfiore, amena delizia ubicata appena fuori dalle mura di Ferrara. Il progetto iconografico per questo luogo di studio e di riflessione fu molto complesso e in esso diventò determinante il contributo di Guarino Veronese, docente nello Studio di Ferrara e precettore personale del principe. Lo studio delle epistole del Veronese ha quindi permesso agli storici dell’arte di ricostruire l’apparato iconografico dello studiolo del Belfiore, andato distrutto in un incendio, e ci ha premesso di ricostruire l’iconografia Muse protettrici delle Arti che ne erano le protagoniste. Nella stanza di un palazzo del 1400, dunque, un gruppo di giovani damigelle si accinge a dormire. Le bambine sono accompagnate da una nutrice e da un maestro, e sarà proprio questa l’occasione per condurre le bambine e lo spettatore in un mondo incantato in cui le Muse si paleseranno sotto i loro occhi, come i cavalli su di una giostra. Al termine di questa fantastico caroselli di arte, ci si ritroverà nuovamente nella stanza dove tutto è cominciato.

RIONE SANTO SPIRITO – Il giardino delle esperidi

Nel rigoglioso giardino delle Esperidi, Hera custodisce il dono ricevuto per le sue nozze con Zeus: l’albero delle mele d’oro, simulacro dell’immortalità e della conoscenza. Si curano della preziosa pianta il sinuoso e guardingo Drago Ladone e le ninfe Esperidi figlie di Atlante. Euristeo, signore di Micene, affida ad Eracle la sua undicesima fatica: impossessarsi delle mele fatate. Giunto all’estremità del mondo conosciuto Eracle uccide Ladone, ma non potendo toccare i pomi fatati con le proprie mani, si rivolge ad Atlante che, poco distante, sorregge la volta celeste e le sue sorti su le proprie possenti spalle. Eracle restituisce a Hera il frutto della sua fatica che, inconsolabile per la morte del fido Ladone, ne eterna il ricordo creando la costellazione del serpente. Esperia, Egle ed Aretusa ………..

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