1° Maggio, festa dei lavoratori e delle lavoratrici, festa anche di chi il lavoro lo sta cercando o non ce l’ha, giornata di partecipazione, ritrovarsi insieme al di fuori del luogo di lavoro, per far valere i propri diritti e riconoscere i propri doveri.
Se pensiamo che in Italia la festività fu soppressa durante il ventennio fascista e ripristinata subito dopo la guerra, dovremmo capire che nulla è scontato.
Purtroppo oggi riflettere su questi temi diventa un’utopia. Colpa della politica? colpa del sindacato?
Forse la colpa è anche di questo ventennio fatto di televisione e di poca condivisione tra gente comune: la situazione è drammatica, siamo indifferenti, non ci accorgiamo che stiamo vivendo una vita virtuale con soldi irreali tra bancomat e carte di credito, con amici e discussioni irreali tipo Facebook e Twitter.
D’altro canto, se come esempio abbiamo un presidente del consiglio che rilascia dichiarazioni politiche tramite questi social (senza essersi confrontato con nessuno, neanche del suo partito) stiamo freschi.
Inaugurare l’Expo di Milano proprio in questa data è l’ennesima prova che c’è un disegno ben preciso studiato a tavolino tra questo governo, Confindustria con la supervisione di Marchionne e i sindacati filogovernativi per eliminare una volta per tutte chi la pensa diversamente da loro. Se pensiamo che Matteo Renzi è il segretario di un partito che dovrebbe rappresentare i lavoratori allora la questione diventa seria, non si è mai visto in nessun paese del mondo che il segretario del “partito dei lavoratori” non discuta con il segretario del più grande sindacato che li rappresenta (F.I.O.M Cgil Landini); penso sia un errore storico che pagheremo a caro prezzo, penso sia una disfatta, qui perdiamo tutti.
Negli anni ‘60 gli operai Italiani erano per la maggior parte analfabeti o poco istruiti, ma se li avvicinavi e gli chiedevi qualcosa sui diritti e doveri che erano scritti sul contratto nazionale li sapevano a memoria; ecco, oggi è l’esatto contrario, sembriamo tanto intelligenti e istruiti perché utilizziamo tecnologie di nuova generazione e non sappiamo niente delle cose che veramente ci riguardano da vicino.
1 maggio, la nostra festa, conquistata con le lotte che ci appartengono, lotte come “La Berco siamo noi” che a distanza di 2 anni sembra non essere mai esistita, anzi alcuni la rinnegano e la denigrano. A me invece piace pensare che abbia fatto tanto bene e continui a fare del bene, che abbia risvegliato tante menti che sembravano essersi addormentate per sempre, lotte che ci accompagneranno per tutta la vita come un ricordo indelebile e che mi fanno essere ottimista e pensare che se la speranza l’avevano i partigiani che andavano sulle montagne lasciando mogli, figli e lavoro vivendo di stenti e di patimenti allora la dobbiamo avere anche noi, oggi, in questo giorno di festa.
W il 1° Maggio
Faccio il sovversivo 2.0
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