Portomaggiore. È fresca la notizia dell’approvazione da parte della maggioranza del consiglio comunale di Bologna dell’ordine del giorno riguardante tratti di interramento della linea ferroviaria nell’area urbana di Bologna, a semplice binario. Un’operazione che secondo l’Associazione Pendolari Bologna – Portomaggiore andrà a ricaderea ricadere “per un tempo non facilmente definibile” sulle oltre 8mila frequentazioni quotidiane che “non vedranno alcun tipo di miglioramento né al termine dei lavori, né nel futuro”.
Considerazioni nate dal fatto che non sono al momento previsti nuovi punti di incrocio per aumentare la frequenza degli orari per raggiungere gli standard previsti dagli accordi del Servizio Ferroviario Metropolitano: “Tutto questo – affermano i pendolari iscritti all’associazione – inficerà anche sul collegamento passante Portomaggiore-Vignola. In questi mesi ogni pendolare dovrà rivedere la propria vita visto che nei 7 Km tra Roveri e Bologna Centrale il treno non potrà circolare, ma il percorso sarà effettuato da autobus che, ovviamente, hanno i loro tempi di percorrenza e vincolati a tutte le problematiche e incognite della strada. Come pendolari riteniamo davvero inopportuno questo modo di agire da parte di chi, valorizzando e promuovendo l’utilizzo del mezzo pubblico, non trova soluzioni alternative all’eliminazione dei passaggi a livello esclusivamente impattanti sul traffico privato”.
Un punto piuttosto critico, visto che in Regione sono stati eliminati diversi passaggi a livello (via Rimesse e Due Madonne sulla linee Adriatica e al Navile per Ferrara per citare alcuni esempi) senza impatto sul traffico ferroviario, ma lavorando esclusivamente sulla viabilità stradale, “e di questi esempi – spiegano gli attivisti – possiamo trovare riscontro anche in altre vicine realtà. Solo qui non era possibile? Recentemente alcuni esperti avevano presentato un documento propositivo per “eliminare” la parte più delicata dei lavori con un sovrappasso stradale ed anche alcuni sindaci si erano mossi in tal senso segnalando la ricaduta negativa che i lavori avranno sulla fruibilità del servizio da parte dei cittadini residenti nei comuni attraversati dal treno della veneta”.
Tutti argomenti che non fanno che alimentare le perplessità dei pendolari: “Ci chiediamo – è l’attacco dell’associazione – se il rapporto costi-benefici di quest’opera, che dovrebbe avere un importo di circa 40-50 milioni di euro, trovi effettivi e concreti riscontri. Ci chiediamo anche se non sia più opportuno spostare questa fetta di risorse pubbliche agli interventi necessari per il miglioramento del servizio e dell’orario ferroviario o alla apertura della ferrovia Budrio-Massalombarda, che di certo troverebbero una più ampia approvazione. Ci chiediamo perché, nonostante le richieste da parte dell’amministrazione comunale e dell’ex Provincia di Bologna per un utilizzo esclusivo degli Etr 350 sulle due linee bolognesi già a partire dal cambio d’orario di dicembre 2012, il servizio risulti ancora misto elettrico/diesel con questi convogli che circolano anche a Ravenna, Rimini, Ferrara, Poggio Rusco, Parma e Milano”.