Il Pd di Ferrara? Un partito con scarsa autorevolezza, trasparenza insufficiente e che ha bisogno di riorganizzarsi. È a grandi linee l’esito che una buona parte degli iscritti dem ha consegnato nelle mani dei suoi vertici in vista del congresso.
La federazione di Ferrara del Partito democratico aveva formulato un questionario da sottoporre ai propri iscritti per trarre indicazioni utili su come muoversi in vista delle grandi manovre per l’elezione del futuro segretario provinciale che succederà a Calvano. Le domande vertevano dall’organizzazione interna al rapporto con i circoli, dalla capacità di indirizzare le politiche di governo del territorio alla trasparenza dei bilanci.
Il campione era più che significativo. Oltre 600 riscontri su un totale di 4300 iscritti. Hanno risposto in 500 al questionario on line e in 115 a quello consegnato in forma cartacea per gli over 65. E i risultati regalano qualche sorpresa.
La stragrande maggioranza ritiene che il Pd del proprio comune debba essere “più propositivo” rispetto all’amministrazione comunale (“più critico” e “più collaborativo” le altre opzioni). Il 74% ritiene giusto che si retribuiscano persone che abbiano piena responsabilità nel partito, mentre la domanda più ‘grillina’ del formulario divide gli iscritti: vuoi dei professionisti della politica o la politica deve essere fatta di sola passione da persone con incarichi che ruotino di frequente? Il 50% ha sposato la prima opzione, il 46% la seconda.
Le feste, nonostante il peso che hanno avuto dal punto di vista della sostenibilità economica, sono ancora ritenute un “momento indispensabile” e vanno mantenute, mentre la caratteristica principale che si sposa con il Pd provinciale è quella una autorevolezza insufficiente, di una scarsa trasparenza e di una organizzazione buona.
Il 23% del campione vorrebbe essere più informato riguardo alle decisioni prese dalla segreteria; il 21% preferirebbe venire edotto sulla gestione economica; il 20% sui documenti programmatici, il 10% sul curriculum dei dirigenti, il 9% sui verbali delle assemblee, il 4% sulla gestione delle feste e l’1% sull’anagrafe degli eletti.
Quanto al ruolo segretario, la sua occupazione prioritaria per il 39% dovrà essere la riorganizzazione del Pd, per il 28% la comunicazione con la società civile, per il 20% le politiche di amministrazione comunali, per il 10% gli aspetti programmatici.
Mentre si attende che i vertici rendano noti i risultati, proseguono i congressi di circolo in vista della sfida finale tra Minarelli e Vitellio. Ieri si è votato a Ostellato, che ha consegnato 26 preferenze a Minarelli e solo 7 a Vitellio (con 3 delegati a 1) e a Lagosanto, con 66 voti per il sindaco di Portomaggiore e 39 al responsabile dell’organizzazione del partito.
Al momento il pallottoliere generale vede Minarelli superare il candidato sostenuto da Calvano e Tagliani per 267 voti a 265. Mancano però le roccaforti del centro città e dell’alto ferrarese, schierate apertamente con Vitellio.
Intanto però Minarelli si gode questo momento, sicuro che “nessuno dopo una settimana si aspettava questi numeri”.