Occhiobello
22 Marzo 2015
Il teologo alla rassegna "Parole d'Autore"

L’amore secondo Vito Mancuso

di Redazione | 3 min

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_MG_2693Occhiobello. A Parole d’autore, venerdì 20 marzo, Vito Mancuso ha parlato d’amore. Lo scrittore è oggi è uno dei più conosciuti teologi del momento e viene ascoltato con attenzione anche nel mondo laico.

Alla rassegna occhiobellese, ha infatti presentato il suo ultimo libro Io amo, piccola filosofia dell’amore. Già, nell’introdurre le proprie tesi, ha dichiarato che “con questo libro ho voluto dire in poche pagine ciò che non basta una vita intera a imparare”. Perché il teologo, nel volume, affronta, nientepopodimeno che, quel complesso sentimento che è l’amore, in tutte le sue forme: dall’amore sensuale dei corpi a quello del puro sentimento, dall’amore per la natura a quello della mistica e della spiritualità. Il pubblico delle grandi occasioni, che ha riempito a dismisura il teatro don Gino Tosi, si è fatto silenzioso quando Mancuso ha incominciato a parlare di innamoramento e della sua differenza con l’invaghimento. Quando ha detto che la freccia di Eros esiste. “E’ un’onda magnetica. Poiché è una perturbazione che si propaga nello spazio e muove energia, non materia”.

Ha spiegato che l’innamoramento è darsi completamente all’altro, con il corpo, l’anima e lo spirito. Ha spiegato come questa suddivisione tripartita porti poi all’unico amore compiuto, che è uscire da sé per entrare nell’altro.
L’invaghimento non è amore compiuto perché incide solo su uno dei tre aspetti, l’eros. Esiste, ma non possiamo chiamarlo amore.

Se è vero che, già in un suo altro libro, ebbe a scrivere che il pathos, la passione, è il senso per cui noi siamo qua, Mancuso, nel parlare al pubblico, ha mostrato tutta quella passione che lo sostiene nell’affrontare queste tematiche.
Ha provato a convincere tutti i presenti, portando a sostegno delle sue tesi, che sono quelle del libro, i filosofi dell’antichità classica, i primi teologhi della Chiesa Cattolica e si è richiamato, inoltre, alla cultura greca, la culla di tutta la filosofia occidentale e la base del nostro mondo.

Un capitolo specifico che ha voluto spiegare al pubblico è stato quello intitolato Amore per Dio e per sé . “ Se l’amore per sé è un amore per accettare il nostro essere, esteriore e interiore non è egoismo ma è la ricerca della propria luce. La ricerca della propria luce e amare se stessi significa alla fine amare Dio”.

Se nella prima parte del libro Mancuso si è chiesto cosa è il fenomeno dell’amore, nella seconda si chiede come viverlo. Il teologo è stato chiarissimo rivolgendosi al pubblico “Per vivere l’amore occorre un’etica. Perché l’etica non è altro che la scienza del bene nei rapporti umani delle persone concrete”. Quindi ha sottolineato che non ci può essere che un’etica per raggiungere il benessere, a cui tutti ambiamo, senza sotterfugi e nella massima trasparenza. Ha anche sostenuto che l’etica che lui intende, non è la considerazione attualmente dominante, per cui non è necessaria un’etica. Ma neppure si ritrova nell’etica cattolica ufficiale la cui triade è sessualità-matrimonio-procreazione, spacciata per lex naturalis, ma che lex naturalis non è. A tal riguardo ricorda i grandi danni che l’Humanae Vitae del 1968 ha fatto nei legami tra persone vere e Chiesa.

Dopo due ore di appassionate spiegazioni, Mancuso, sollecitato dall’intervistatore, ha voluto, citare per la prima volta Papa Francesco. Ha voluto ricordare quello che disse, nel 2013, riguardo all’omosessualità: “ chi sono io per giudicare ?”. Un Papa che dichiara di non giudicare, può essere una grande apertura e speranza affinché l’etica sia quella degli uomini veri e vivi.

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