Cronaca
16 Marzo 2015
I vecchi telefoni pubblici resistono al cambiare dei tempi e delle tecnologie

Rimasugli di un’epoca, ancora cento cabine telefoniche in città

di Redazione | 3 min

OSarà pure l’era del 4G, dell’Lte super-veloce, ovvero quella dei telefonini cellulari e degli smarphone che fanno un sacco di cose, ma a Ferrara, come nel resto d’Italia, persiste il ‘fascino’ delle cabine telefoniche, luoghi in passato, di chissà quante telefonate d’emergenza ma anche di parole d’amore e delle classiche telefonate anonime di scherzo.

Sono infatti 222 i telefoni pubblici censiti da Telecom Italia nella città estense. Se nel 2010 l’Agicom – l’Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni – aveva dato il via libera per la rimozione totale delle “reliquie” di un tempo passato al ritmo di 30mila all’anno, Ferrara, di fatto, è ancora ben servita dal servizio di telefonia pubblica a pagamento, sia con le schede prepagate che, addirittura, con i gettoni.

Sono 222 dicevamo, ma il numero effettivo di cabine telefoniche è in realtà minore: 19 sono state infatti rimosse e 13 sono in via di rimozione. Veramente attivi sono così solo 190 telefoni pubblici, un centinaio dei quali sono le classiche cabine telefoniche in strada o sui marciapiedi (gli altri telefoni sono quelli che persistono negli esercizi commerciali), sparse un po’ per tutta la città e magari, chissà, forse ancora utilizzate per i propri scopi e non solo, come spesso capitava anche in passato, come gabinetti o superfici utili per improbabili writers.

Il fatto non è un unicum in Italia dato che il nostro Paese, almeno fino al 2012, poteva vantare il record europeo per presenza di cabine telefoniche nel territorio, ma rimane evidente che l’aggiornamento delle tecnologie e dei mercati nel settore della telefonia porterà prima o poi alla loro scomparsa.

Scomparsa che, però, non sarà definitiva: i telefoni pubblici dovrebbero infatti rimanere all’interno degli ospedali, delle scuole e delle caserme e potrebbero rimanere anche quelli segnalati dai cittadini e considerati effettivamente ancora utili

Tutti possono infatti fare la loro parte nel processo di smantellamento di quelle che sono rimasugli di un’epoca vicina e allo stesso tempo lontana: si possono segnalare all’Agicom le cabine in stato di abbandono o quelle che non sono state rimosse in maniera completa: non è raro infatti trovare cabine con solo lo “scheletro” ma senza telefono.  Ma c’è anche la possibilità di opporsi alla rimozione, purché entro trenta giorni dall’affissione del cartello o dell’adesivo sulla postazione programmata per la rimozione, spiegando le ragioni per le quali si ritiene che siano ancora utili.

Nel frattempo, c’è anche chi si sta organizzando per dar loro una nuova vita sotto una veste diversa. A Roma, sulla scorta di quanto fatto in provincia di Novara, alcune cabine telefoniche sono diventate delle biblio-cabine, luoghi in cui scambiarsi i libri semplicemente depositandone uno e prendendone un altro già presente. Ma c’è anche chi pensa di trasformarle in piccole serre in cui piantare dei minuscoli orti urbani di arredo e chissà che qualche idea simile non arrivi anche a Ferrara.

 

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