Un anno fa, racconta Vittorio Anselmi in un’interpellanza, l’assessora Chiara Sapigni aveva concordato con i cittadini poliallergici e affetti da sindrome di sensibilità chimica multipla ed elettrosensibili particolari procedure precauzionali da adottare per i cantieri in prossimità delle loro abitazioni (oggetti di mappatura).
Qualcosa sembra non essere andato nella direzione concordata: il consigliere comunale chiede infatti il rispetto di tale patto partendo dal caso di una cittadina che si è vista la casa “circondata” da cantieri senza alcun preavviso.
“Le procedure – spiega Anselmi – prevedevano ad esempio la allocazione di impianti a distanze di sicurezza dalle abitazioni o avvisi in tempo utile per evitare esposizioni dannose e la mappa stessa, avrebbero, già da tempo, essere portate a conoscenza degli uffici tecnici comunali che sovraintendono, programmano, progettano e controllano l’esecuzione dei lavori pubblici al fine di non arrecare ulteriori danni alla precaria salute di questi nostri ammalati”.
Procedure non rispettate, dato che una persona ammalata, avrebbe documentato come siano in corso lavori, “che hanno letteralmente accerchiato l’abitazione della stessa ammalata in via Comacchio, angolo via Valle Rillo, ad una distanza di qualche metro dalle finestre, per installare una centralina della Vodafone e scatole rettangolari superiori al metro per sistemi di connessione, con annessi lavori di ripristino dei marciapiedi e del fondo stradale”.
“La persona ammalata non è stata informata di nulla – commenta il consigliere di opposizione -, quindi non ha potuto prendere le necessarie precauzioni, come quella di chiedere che il lavori fossero eseguiti a distanza di sicurezza e come quella di organizzare un temporaneo allontanamento. Inoltre – prosegue Anselmi – l’abitazione della persona ammalata è dotata di impianto elettrico adatto per persone elettrosensibili ai campi elettromagnetici, il quale diventa inutile quando a qualche metro di distanza viene collocata una centralina telefonica con emissione di onde elettromagnetiche non ionizzanti. Già in passato l’abitazione della persona in argomento era stata oggetto di lavori pubblici, quali conta biciclette, la cabina del gas, vari bidoni per l’immondizia, e soprattutto ampliamenti della telefonia”.
Ovvia dunque la richiesta di Anselmi di conoscere i motivi per cui la procedura di “salvaguardia della salute dei concittadini poliallergici e sensibili alle sostanze chimiche” non sia stata attuata e se si intenda darne corso (in particolar modo dando preavviso in fase di individuazione delle aree interessate ad interventi di manutenzione o di investimento). A tale richiesta si aggiunge anche quella di sospendere temporaneamente i lavori e di adottare alcune misure di salvaguardia per il rifacimento del marciapiede in modo da limitare altri effetti indesiderati.