L’idea della gestione infermieristica degli Ospedali di Comunità non sarebbe farina del sacco delle Asl che hanno avviato questo modello organizzativo assistenziale, come quella di Ferrara, ma deriverebbe dalla tesi di laurea di Simona Fiorese, discussa nel 2002 all’Università di Udine, sezione di Pordenone, e ridiscussa dopo la laurea di primo livello nel marzo del 2003 sintetizzando il lavoro e rendolo molto più operativo.
Lo sostiene la stessa Fiorese rivolgendosi al magazine di settore, specializzato in informazione infermieristica, Nurse.it, lamentandosi del fatto che ancora nessuno le abbia riconosciuto il merito di questo progetto. Un progetto che sarebbe stato quindi ‘copiato’ dalla tesi di laurea dell’infermiera friulana e dalle successive elaborazioni della stessa autrice. Nella tesi della Fiorese viene infatti ipotizzato, come lei stessa riferisce, “che l’Ospedale di Comunità possa essere gestito dagli infermieri specializzati con master in geriatria, sanità pubblica, area critica, case manager, ecc.. diventando la prima struttura a gestione totalmente infermieristica”.
Simona Fiorese inizia a lavorare al Santa Misericordia di Udine nel 2003 e negli anni il progetto ha preso sempre più forma, perfezionandosi, così da indurre l’autrice nel 2009, con l’inizio da parte del Governo delle nuove riforme, a inviare una mail all’allora ministro Sacconi con allegata “una relazione sul mio progetto e sulle possibili ricadute a livello di professione infermieristica, miglioramento della salute della popolazione e risparmio economico, e la tesi sull’Ospedale di Comunità”. Non ottenendo risposta scrive nel 2010 al successore di Sacconi, il ministro Fazio, e nel 2011 alla senatrice e presidente dell’Ipasvi (Federazione Nazionale Collegi Infermieri Professionali, Assistenti Sanitari e Vigilatrici d’Infanzia), Annalisa Silvestro, ottenendo però lo stesso risultato: nessuna risposta.
Il fatto è che nel frattempo tutti parlano del progetto e in alcune regioni viene reso operativo. Simona Fiorese cita come emblematico proprio il caso dell’Azienda Usl di Ferrara, oltre a quello dell’Ipasvi di Venezia, con l’apertura dal 1° giugno degli Ospedali di Comunità di Copparo e Comacchio. “Nel Modello Organizzativo Assistenziale della Asl di Ferrara – spiega a Nurse24.it – si parla esplicitamente della presa in carico del paziente da parte di un infermiere Case Manager. In questo caso il Direttore Generale dell’Asl è il dott. Paolo Saltari, che guarda caso è citato nella mia tesi nei ringraziamenti iniziali perché all’epoca era il Direttore Sanitario di Pordenone”. Nel caso dell’Ipasvi di Venezia, Simona Fiorese riferisce poi che il presidente Schiavon è stato suo docente all’Università di Pordenone ed era presente alla discussione di tesi nel 2002.
Di tutto quanto affermato al magazine l’infermiera sostiene di avere le prove e di essere ancora in attesa che qualcuno le riconosca il merito di questo progetto.
La notizia non è sfuggita a Manrico Mezzogori, presidente della Consulta Popolare San Camillo, particolarmente attento alle vicende che interessano l’ospedale di Comacchio e la sanità provinciale in genere: “Ma come – commenta ironicamente – allora non è farina del loro sacco? Ricevono stipendio e pensione poi vanno a copiare le tesi di laurea altrui?”