Il giudice Franco Attinà ha condannato sei degli otto imputati per il crollo del tetto della palestra di Portomaggiore avvenuto il 10 marzo del 2010 sotto il peso di una forte nevicata.
Il tribunale di Ferrara ha riconosciuto la responsabilità in capo ai costruttori, condannando Stefano Tommasi, amministratore della società Sole Engineering (che si occupò di assemblare aste e viti strutturali della copertura) a 2 anni e 6 mesi di reclusione; Vincenzo Fattorini, della Fattorini Engineering, progettista della copertura, a un anno e 8 mesi di reclusione; Luisa Cesari (ingegnere comunale e direttrice dei lavori), Giuliano Mezzadri (che eseguì il collaudo), Pasquale e Giovanni Canalicchio della omonima azienda ternana che realizzò i materiali per la copertura a un anno di reclusione. Per tutti la pena è stata sospesa e, tranne che per Mezzadri, con non menzione della condanna. A tutti i condannati sono state riconosciute le attenuanti generiche.
Disposto anche il risarcimento del danno da liquidarsi in separato giudizio civile e il pagamento in solido tra i condannati di una provvisionale da 150mila euro a favore della Provincia e 100mila euro a favore del Comune di Portomaggiore costituitisi parte civile nel processo. A loro favore anche il pagamento delle spese legali liquidate in 6mila euro per ciascun ente.
Il pubblico ministero Patrizia Castaldini, durante la requisitoria, aveva chiesto per loro la condanna a un anno e mezzo di reclusione.
Assolti invece Gianni Donato, presidente del cda della Cooperativa Edile di Berra e il presidente della Ceb Pietro Giori, come richiesto dal pm.
Il giudice ha fissato in 90 giorni il termine per il deposito delle motivazioni della sentenza.
Al centro della vicenda c’erano i difetti strutturali della copertura del palasport, inaugurato appena due anni prima, crollata sotto il peso di una forte nevicata. In particolare i riflettori sono stati puntati sul cedimento di uno dei nodi portanti che, secondo le perizie, avrebbe portato al crollo: durante il dibattimento è emerso che vi sarebbero stati degli errori nell’assemblaggio dei componenti, nonché l’uso di materiali diversi rispetto a quelli previsti nel progetto.