Cronaca
5 Febbraio 2015
Indagato medico di 60 anni, ma manca la prova della responsabilità penale e la procura chiede archiviazione

Chirurgo si sostituisce al ginecologo e la bimba nasce deforme

di Daniele Oppo | 4 min

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Durante la mattinata di sabato 3 maggio, nelle vicinanze della stazione ferroviaria di Ravenna, i carabinieri di Porto Garibaldi, in collaborazione con il Norm di Ravenna, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Ferrara

IMG00038-20100914-2022_2Per veder nascere la loro primogenita si erano fidati di quel medico consigliato da amici. E lui, chirurgo, si è ben guardato da indirizzarli da uno specialista. Tutt’altro, li ha assicurati dicendo che era in grado di seguire passo dopo passo la gravidanza. E dopo nove mesi è nata una bambina deforme.

I genitori hanno querelato il medico, classe ’55, per lesioni gravissime, esercizio abusivo della professione e falso ideologico, tutte denunce che potrebbero però essere archiviate.

Tutto ha inizio nell’ottobre del 2012 quando la giovane, 26enne di nazionalità rumena, viene in Italia insieme al suo compagno per cercare lavoro. Trovano un’occupazione e il 5 marzo la ragazza scopre di essere incinta. Alcuni conoscenti li indirizzano verso un medico di Santa Maria Maddalena, in provincia di Rovigo, che garantisce loro di poter prendere in carico la gestione della gravidanza. Seguono delle visite in ambulatorio, con ecografie, tampone e prelievo di sangue. Come parcella alla coppia vengono chiesti 400 euro in due diverse tranche. E sempre, a detta dei futuri genitori, senza ricevuta fiscale.

Nulla lascia intravedere il futuro dramma. Anzi, a circa 4 mesi di gravidanza, siamo al 14 maggio, altra ecografia ed ecco pronta la rassicurazione del medico: tutto va per il meglio. Un fotogramma consegnato alla coppia, secondo lui, lo dimostrerebbe.

Solo al termine della visita del 23 maggio viene prescritto il Citofolin, acido folico. L’ultima visita risale al 26 giugno. Il dottore è ottimista e sorridente: al 90% sarà un bel maschietto e godrà di ottima salute.

In agosto la coppia torna in Romania. Qui, grazie a una vera visita ginecologica, padre e madre scoprono che la bimba (non un bambino come pronosticato dall’improvvisato ostetrico) è affetta da spina bifida e da idrocefalia fetale. Il ginecologo li avverte che molto probabilmente la piccola non sopravviverà. E ormai, a gravidanza inoltrata, era troppo tardi per intervenire.

La piccola nasce il 7 ottobre, dopo un parto cesareo, e viene subito sottoposta a due interventi chirurgici per sopravvivere. Ma rimarrà per sempre affetta da spina bifida, una malformazione congenita. “Malattia insanabile”, dicono i manuali.

Parte la querela nei confronti del dottore. Ad assistere la coppia a livello legale è l’avvocato Salvatore Mirabile del foro di Ferrara. Competente è la procura di Rovigo. L’ambulatorio si trovava a Santa Maria Maddalena e lui è iscritto all’ordine dei medici della città veneta.

Indaga il sostituto procuratore Sabrina Duò e la guardia di finanza sequestra la relativa documentazione. Viene incaricato come consulente il medico legale Lorenzo Marinelli di Ferrara, che si avvale del dottor Ettore Bertelli, specializzato in ostetricia e ginecologia.

La consulenza però è spietata. I profili di censura nei confronti del medico sono diversi (in primis non aver indirizzato la paziente verso uno specialista, che avrebbe dedotto dalle ecografie una diagnosi precoce delle malformazioni, consentendo alla partoriente una scelta consapevole sul proseguimento o meno della gravidanza), ma non c’è nulla di penalmente rilevante.

Gli elementi in mano a Marinelli però non hanno consentito di stabilire un nesso causale tra la condotta dell’indagato e le gravissime malformazioni: una terapia adeguata non avrebbe escluso con certezza l’insorgere della patologia.

Di qui la richiesta di archiviazione da parte della procura per le lesioni gravissime. Quanto all’esercizio abusivo della professione il medico era pur sempre in possesso di una laurea in medicina e del diploma di abilitazione. Di conseguenza l’assenza di specializzazione in ostetricia e ginecologia e la mancata osservanza delle norme ministeriali in tema di sorveglianza della gravidanza rilevano solo ai fini civili (risarcimento) e disciplinari.

Quanto infine al falso ideologico, le varie ecografie svolte non sono ritenute atto pubblico, il che fa cadere la base su cui si appoggia la fattispecie specifica di questo reato.

La procura ha però segnalato l’indagato all’ordine dei medici per valutare eventuali provvedimenti disciplinari, dal momento che l’uomo ha posto in essere “una condotta riprovevole e censurabile dal punto di vista deontologico”.

“Ringrazio il pm e la Guardia di finanza per il lavoro che hanno svolto perché durante le indagini hanno condiviso con noi una situazione davvero drammatica”, commenta l’avvocato Mirabile, che annuncia pesanti richieste di risarcimento danni e non nasconde un certo trasporto emotivo per tutta la vicenda: “Quando abbiamo visto in che condizioni era la bambina avevamo tutti le lacrime agli occhi”

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