Innanzitutto il cambio di nome: da partito dei comunisti italiani a partito dei comunisti d’Italia. Anche a Ferrara alcuni dei reduci dell’esperienza del Pci, quelli che decisero di non seguire Fausto Bertinotti nella fuoriuscita dalla maggioranza di centrosinistra nel 1999, cambieranno vestito ma avranno lo stesso scopo: “ricostruire il Partito Comunista, unire la sinistra e attuare il programma della Costituzione”.
Lo scopo è dare vita al progetto anche nella città estense e il primo passo è la riunione di domenica 8 febbraio alle ore 9,30 presso la saletta riunioni del bar Tiffany, dove sarà presente Mauro Alboresi, segretario Regionale del Partito dell’Emilia-Romagna e componente della segreteria nazionale.
Le linee guida generali sono già state individuate durante la riunione del comitato centrale del partito tenutasi il 23 novembre scorso, quando è stata individuata, scrive Cesare Procaccini, segretario nazionale Pcdi, “la necessità di proseguire con determinazione nel processo di ricostruzione di una soggettività comunista capace di ridare rappresentanza politica alle istanze del mondo del lavoro e delle masse popolari, così duramente colpite dalla crisi strutturale del sistema capitalistico e dalle politiche liberiste imperanti, e di rappresentare, prefigurando una alternativa possibile, una risposta credibile ai loro bisogni”.
Già espletate le formalità: registrazione dello statuto e del simbolo, serve ora dare avvio alla campagna di tesseramento per l’anno in corso e da qui la necessità di dare vita “al più ampio coinvolgimento dell’insieme delle compagne e dei compagni aderenti al PdCI, di coloro che hanno manifestato e manifestano interesse nei confronti di tale soggetto politico, affinché si comprenda che la scelta compiuta non è la chiusura di un’ esperienza, bensì il suo rilancio in direzione di una soggettività comunista più grande, la cui necessità e possibilità è sottolineata da ciò che accade, dal perché accade”.