Gentilissimi,
ho appreso dal sito web dell’ospedale Sant’Anna di Cona che attualmente è installata sul tetto una gabbia per catturare i piccioni al fine di ucciderli tramite lussazione dell’osso cervicale. Sulla determina 463 si legge: “Affidamento servizio di controllo della popolazione di piccioni – Nuovo ospedale di Cona – Periodo 01.09.2014/31.08.2016 – Importo complessivo biennale di spesa Euro 29.400 (iva esente)”. Gabbie simili erano già in funzione a Ferrara nel 2010, ma sono state smantellate e le operazioni di cattura e uccisione interrotte a seguito di interventi delle associazioni e delle giuste proteste di buona parte della cittadinanza. E’ noto che interventi di questo tipo non risolvono in alcun modo un eventuale sovrannumero di piccioni ma risultano peggiorativi e hanno come unico esito quello di causare sofferenza e morte di esseri senzienti. Ci si chiede perché spendere tale cifra per un’operazione inutile, cruenta e incivile, oltretutto affidandola a un ente che ha lo status di onlus, beneficiando così di sgravi e agevolazioni fiscali.
Inoltre, già durante le catture di questo genere fatte anni fa, venne segnalato il maltrattamento di animali, perché le catture non si fermano durante i periodo di nidificazione, gelo e siccità.
Il Comune di Ferrara afferma di non avere potere d’intervento, perché l’ospedale è una struttura indipendente e ha notificato tale installazione all’AUSL di Ferrara, Dipartimento di Sanità Pubblica – Unità Operativa Attività Veterinarie. Tuttavia, avendo il Comune e altre istituzioni partecipato ai vari incontri con le associazioni animaliste, che si sono adoperate incessantemente per elaborare piani alternativi e non cruenti, in realtà avrebbe potuto fare pressioni affinché non si arrivasse a installare questa trappola mortale.
Consapevole che questo metodo di cattura e uccisione purtroppo è legale, chiedo se sia stata dimostrata un’emergenza sanitaria che possa giustificarlo; se sia stata valutata l’effettiva numerosità dei piccioni e la conseguente situazione di sovrappopolazione; se siano stati valutati i metodi ecologici non cruenti, e perché non siano stati applicati, visto che è quanto previsto dalla norma. Chiedo che si interrompano immediatamente tali catture e uccisioni e si perseguano strade incruente e civili, oltre che efficaci, per ottenere il controllo della popolazione dei piccioni.
Questo metodo è inefficace in quanto i piccioni, forti di un ambiente caratterizzato da un’enorme capacità portante e dotati di notevoli capacità riproduttive, riescono, in brevissimo tempo, a ritornare alla densità iniziale annullando il risultato dell’intervento. (“homing”). Di questo metodo, beneficiano certamente le tasche delle aziende che vivono di tale business: non è certo questo il metodo per tutelare la salute pubblica e nemmeno per sanare il bilancio.
La risposta che arriva dall’ospedale Sant’Anna è esplicita: “Gli animalisti vogliono che non si catturino i piccioni? Che questi rimangano qui a smerdare tutto e trasmettere ogni patologia infettiva possibile e trasmissibile? E cosa diranno questi animalisti nel caso di contagi di pazienti, anche a loro diretti parenti? Che è colpa dell’ospedale?» E sebbene gli animalisti stessi nella adesione alla petizione parlino di «metodi incivili o altro», il tirare il collo (la dislocazione cervicale) è assolutamente legale, autorizzata e, anzi, i tecnici spiegano che è tra i metodi più indolori per l’animale: chiedetelo ai vostri nonni, quando i campagna si tirava il collo ai polli! Bisogna saperlo fare, certo. E le credenziali offerte dalla Aquila Onlus sono le massime che si possano richiedere. Si tratta di ditta specializzata, con attività in tanti altri ospedali o centri commerciali. E Bianchi, ancora sorpreso, taglia corto: «Usiamo solo metodi per il benessere dell’animale».
Da questa risposta emerge il rifiuto da parte dell’umano di vedere un animale come essere senziente e la mancanza di volontà nel costruire una convivenza serena. Qualsiasi società che fallisca in questo intento non è una società civile.
I piccioni sono spesso considerati un fastidio. Si dice che sporcano, che portano malattie, che sono troppi. Ma è proprio vero? Chiunque rappresenta il diverso, l’ultimo, l’emarginato è generalmente considerato un fastidio. La specie umana, che più di ogni altra sta massacrando la Terra, si rivolge a un altra specie dicendo che “sporca” (sporcano i piccioni, sporcano i gatti delle colonie, sporcano i cani randagi…). Purtroppo il nostro non è un mondo a misura di animale e quindi per il loro bene bisogna intervenire controllandone il numero. Per quanto riguarda le malattie, l’allarmismo è stato soprattutto diffuso da chi trae profitto dal loro allontanamento. I piccioni non sono portatori di malattie per l’uomo né per gli animali domestici: sono animali per i quali vanno prese le stesse precauzioni da prendere quando si viene a contatto con gli altri esseri viventi.
Sono animali che si conoscono poco, sui quali gravano parecchi pregiudizi. Conoscere un animale ci permette di leggere più facilmente ciò che comunica, di entrare in empatia con lui, di renderlo semplicemente “soggetto” con cui si può relazionare nel reciproco rispetto.
Cordiali saluti.
Paola Re