Goro
9 Novembre 2014
L'inchiesta del Resto del Carlino riapre un caso mai risolto. Il parroco: "Duemila persone a Goro sanno"

Omicidio Branchi, una verità nascosta per 26 anni

di Redazione | 3 min

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OMICIDIO WILLY BRANCHI

Il luogo del ritrovamento del corpo di Willy Branchi (immagini gentilmente concesse da Il Resto del Carlino – Businesspress)

Goro. Un segreto rimasto celato per troppo tempo, dietro un muro di silenzio eretto da chi, nel paese di Goro, ha sempre saputo come andarono davvero le cose. Come e soprattutto da chi venne ucciso Vilfrido Luciano “Willy” Branchi, il ragazzo di appena 18 anni trovato morto la mattina del 30 settembre 1988 nelle campagne goresi. Ma ora, a 26 anni di distanza, la verità sembra sul punto di venire a galla. Merito della redazione ferrarese de Il Resto del Carlino, che nel corso dell’ultimo mese ha portato a galla nuovi elementi e testimonianze sulla vicenda, al punto che la comunità di Goro ha già organizzato una fiaccolata in paese per chiedere la verità (domenica 16 novembre) e la magistratura avrebbe già deciso di riaprire il fascicolo sul caso.

A dare la spinta all’inchiesta sono state le testimonianze di fonti confidenziali del quotidiano ferrarese, secondo cui Branchi fu ucciso perchè non rivelasse ai parenti una sua presunta relazione con un uomo del paese, e soprattutto le parole di Don Tiziano Bruscacgnin, il parroco che dal 1997 al 2006 guidò la parrocchia di Goro. Che ha rivelato di aver saputo da almeno due persone il movente e la dinamica della morte del 18enne, ammazzato da una persona con cui intratteneva “un rapporto occasionale, un passatempo per chi lo uccise”, aiutata da due conoscenti che la aiutarono a liberarsi del corpo. “Ci dobbiamo vergognare tutti quanti, me compreso”: questo uno dei passaggi più espliciti dell’intervista di Don Bruscagnin al ‘Carlino’, quando il parroco afferma di non essere il solo a conoscere la verità – o almeno parte di essa – sulla vicenda. “Ci sono duemila a Goro che sanno esattamente quello che ho detto io. Non posso coinvolgere nessuno”.

(immagini gentilmente concesse da Il Resto del Carlino - Businesspress)

(immagini gentilmente concesse da Il Resto del Carlino – Businesspress)

Non è quindi da escludere che proprio il ‘don’ venga convocato dalla magistratura dopo la scoperta dei nuovi elementi. Rivelando così agli organi di giustizia anche il nome del presunto omicida e dei suoi complici in un delitto dimenticato per oltre 20 anni. Uno di questi nel frattempo potrebbe essere  deceduto: lo fece capire proprio don Bruscagnin al suo amico ed ex sindaco di Goro, Rino Conventi, rivelando che “il Signore ha già punito uno dei responsabili”. Per quanto riguarda l’assassino, l’uomo con cui Willy avrebbe intrattenuto una relazione clandestina, è sempre il parroco a fornire alcune indicazioni al Carlino, affermando che sarebbe un uomo “selvaggio”, che “esplodeva, e poi si afflosciava improvvisamente”.

Una ferocia che si rispecchia nella dinamica dell’omocidio di Willy, trovato nudo in un campo la mattina del 30 settembre 1988 da un uomo a passeggio con il cane. Il corpo martoriato dai colpi, il viso quasi irriconoscibile e con un foro provocato da una pistola per uccidere i maiali. Un delitto efferato per il quale la famiglia Branchi non ha mai rinunciato a cercare la verità. Ma soprattutto una macchia indelebile nella coscienza di un paese che per troppi anni, di fronte a tanta crudeltà, non ha mai voluto parlare.

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