Goro
6 Novembre 2014
Il 16 novembre a Goro la fiaccolata per cercare di abbattere un muro di omertà durato 26 anni

Omicidio Willy Branchi, Goro vuole la verità

di Redazione | 3 min

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Foto tratta dal web

Foto tratta dal web

Goro. Lo scopo è di abbattere un muro di omertà che resiste da 26 anni e riaprire l’inchiesta sull’omicidio di Vilfrido Luciano Branchi, conosciuto da tutti come Willy, ucciso in maniera spietata la notte del 29 settembre del 1988 a Goro. Il 16 novembre tutta Goro si riunirà in una grande fiaccolata, a partire dalle 17.30, con l’intento di smuovere le coscienze e far sì che chi sa cosa è successo quella notte trovi il coraggio di parlare. L’iniziativa arriva dalla famiglia del 18enne, dal fratello Luca e dalla cugina Andrèe, che sembrano determinati nella ricerca della verità sul brutale assassinio irrisolto del giovane.

I familiari sono convinti che molta gente in paese sappia qualcosa di quella notte e vorrebbero sensibilizzare la comunità con una manifestazione pacifica, senza alcun desiderio di vendetta, ma animati solo dal desiderio di giustizia. E’ attesa un’adesione massiccia alla manifestazione (si parla già di oltre mille persone), che si ritroveranno alle 17.30 allo Young Club, nel parco intitolato a Willy, per poi mettersi in cammino con fiaccole e striscioni verso il luogo in cui venne ritrovato Willy, a ridosso dell’argine all’entrata del paese di Goro. Il programma della manifestazione prevede che proprio qui, dove il corpo massacrato di Willy Branchi venne gettato dopo essere stato spogliato e denudato, i partecipanti si riuniscano in un momento di preghiera per poi rimettersi in marcia verso piazza Bordoni, verso il palco dal quale parlerà il fratello Luca e le associazioni che hanno aderito all’iniziativa. Verranno mostrate le foto, crude e pesanti, del corpo martoriato del 18enne. L’inchiesta del 1988 parlò di un colpo di pistola ammazza-maiali, ma l’autopsia rivelò anche segni evidenti di violenza al volto, tumefatto e sanguinante.

All’epoca venne aperto un fascicolo per omicidio volontario contro ignoti, che dopo un paio d’anni fu archiviato e mai più riaperto. Inizialmente gli inquirenti accusarono Valeriano Forzati, lo spietato assassino del Laguna Blu, il pluriomicida che venne a sua volta ucciso in un carcere a Buenos Aires, dato che la sera della morte di Willy i due mangiarono insieme e vennero visti uscire da un locale. Forzati però venne del tutto scagionato e l’inchiesta si arenò, anche dopo aver cercato di scavare nel giro di incontri omosessuali frequentato dal ragazzo, dal quale avrebbe potuto emergere il movente dell’omicidio. Le ipotesi investigative, fra cui quella di Willy che avrebbe detto basta minacciando di rivelare tutto alla famiglia e al paese, non trovarono i necessari riscontri. Ma potrebberlo trovarli ora, sulla spinta della manifestazione di una paese che vuole spingere la sua parte più omertosa a uscire allo scoperto, fornire elementi e indicazioni, svelare ciò che all’epoca non ha avuto il coraggio di svelare. Per concedere a Willy Branchi di riposare in pace.

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