Poggio Renatico. “Negli ultimi giorni sono stato minacciato di morte dalla comunità islamica di Ferrara e adesso c’è una scorta dei carabinieri che ogni due ore passa davanti a casa mia”. Sono le parole pronunciate da Alan Fabbri, candidato presidente della Regione Emilia Romagna, durante un incontro con i sostenitori al bar La Bisarca di Poggio Renatico. Affermazioni forti e forse anche un po’ frettolose, dal momento che il sindaco di Bondeno, pochi minuti dopo, corregge subito il tiro davanti ai taccuini di Estense.com: “Sono stato minacciato da alcuni personaggi legati alla provincia di Ferrara che sono mussulmani”. Non dunque dalla comunità islamica che evidentemente nulla c’entra. “Non c’è un’istituzione riconosciuta”, taglia corto l’esponente leghista.
Quanto alla scorta, probabilmente il candidato presidente intende una sorveglianza da parte di una pattuglia a certe ore del giorno, piuttosto che una scorta in senso stretto. “Da qualche giorno – specifica Fabbri – è stata aumentata la sorveglianza davanti a casa mia per evitare fenomeni che comunque sono stati registrati, non da me direttamente, per la campagna di giustizia che stiamo facendo in questa campagna elettorale”. Fabbri non conosce il contenuto delle minacce – che dunque non sono state dirette – “so soltanto che ogni tot ore passano i carabinieri davanti a casa mia per precauzione, in base a quanto le forze dell’ordine, che ringrazio, hanno captato e considerato meritevole di essere monitorato”.
Fabbri ne approfitta poi per annunciare di non avere alcuna intenzione di accettare l’invito a cantare De André insieme al portavoce della Nazione Rom Marcello Zuinisi. E declina l’invito nel suo modo ormai consueto da campagna elettorale: “Chiamerò il loro rappresentante; credo che non ci possa essere un confronto finché buona parte dei Sinti e Rom continua a chiedere l’elemosina, entrare nelle case o dare vita a fenomeni di microcriminalità”.
In precedenza Fabbri se l’era presa con quelli che definisce gli “enti-zecca”: “I dati Uil confermano che la Regione, orfana di politiche di rilancio, è allo stremo delle forze. Con le vecchie logiche staliniste il declino è inarrestabile, la situazione è da allarme rosso”. Così il candidato alla presidenza della Regione per Lega Nord, Forza Italia e Fd’I Alan Fabbri commentando i dati Uil, che attestano il boom della cassa integrazione, a settembre a quota +206% rispetto ad agosto.
“Sono mancate politiche incisive di fronte al dramma della crisi. L’amministrazione regionale ha latitato, lasciando che la crisi dilagasse”. Per Fabbri è colpa di “retaggi ideologici antistorici che hanno incrostato le amministrazioni di questa Regione”. E “la ricetta del ‘fantasma rosso’ Bonaccini è il solito, vecchio, brodo, rivisto in salsa renziana. Non c’è guizzo, non c’è slancio. I numeri mostrano che le politiche del Pd sono recessive. Si parta da un gesto forte: “Via gli enti-zecca, come la consulta degli emiliano romagnoli nel mondo, stop all’assistenzialismo nei confronti di rom e immigrati. Si usino quelle risorse per investire nel rilancio dell’occupazione e per arginare la fuga dei cervelli”.