Cronaca
20 Settembre 2014
La perizia del tribunale di Trieste sfavorevole a Semararo

Chi uccise Barto era capace di intendere e volere

di Marco Zavagli | 2 min

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bartoandrea-400x400Quella sera in cui picchiò Andrea Bartolini, Francesco Semeraro, 34 anni e un passato nel mondo della boxe, era capace di intendere e volere. È l’esito della perizia disposta dal gup Barresi di Trieste e affidato allo psichiatra Novello.

Il ferrarese Bartolini, 45enne disegnatore web trasferitosi a Trieste per convivere con la fidanzata, morì lo scorso 15 novembre. Quella sera era fuori con amici. All’uscita di un locale in via dei Moreri a Trieste, “Barto” si ferma a parlare con un’altra persona appena incontrata, Semeraro. Mentre gli amici ormai sono lontani succede qualcosa tra i due. Vengono alle mani. Il 34enne, dopo aver ricevuto una testata in faccia lo atterra con un pungo al volto e poi gli sferra un calcio al torace mentre è a terra, spappolandogli la milza. Dopo il rivale se ne va. Non si sa se consapevole o meno delle condizioni in cui versava il ferrarese. È un vicino che ha assistito a parte della scena a chiamare i soccorsi.

All’arrivo dell’ambulanza Bartolini, che aveva già perso i sensi, viene trasportato in ospedale di Cattinara e operato d’urgenza. Sono passate le 22. Gli viene asportata la milza ma dopo dodici ore di agonia, attorno alle 5 di mattina, spira davanti ai medici.

Per quei fatti il pm Federico Frezza lo ha indagato per le ipotesi di omicidio volontario o preterintenzionale, con l’aggravante dei futili motivi.

Semeraro – pugile agonistico – ha sostenuto che prima di quello scontro fatale aveva notato dei vistosi segni di colluttazione sul volto di Bartolini (“aveva dei segni sul volto, tutta la parte sinistra del viso grossa come una zampogna, piena di sangue”). Una dei testimoni però ha riferito di aver visto Bartolini venir colpito da un paio di pugni e cadere sbattendo il capo su di una vettura in sosta. A quel punto l’altro lo avrebbe colpito con dei calci (“tanti e violenti”) una volta a terra: “dopo le sue urla l’uomo desisteva e lei aveva chiamato il 118 per un uomo a terra, ma poi l’aveva visto rialzarsi, per ricadere ancora a terra poco dopo”.

Ieri il gup ha rinviato le parti al 12 dicembre quando si terrà la discussione con le richieste del pm e quelle di parte civile e difese. Poi la sentenza.

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